giovedì 30 aprile 2020

Coronavirus 30 aprile: nessun decesso e 6 nuovi contagi nel Forlivese

Nessun decesso e 6 positivi al coronavirus nel Forlivese. Notizia solo apparentemente buona perchè se si guarda il dato provinciale i decessi sono stati tre (tutti nel Cesenate). Sono 24 i guariti e 14 nuovi positivi. I decessi arrivano a 148 (86 del Forlivese, 62 del Cesenate). I nuovi positivi come detto sono 14 (6 a Forlì).

Per quanto riguarda i guariti arrivano a quota 656 (+24). Ancora i ricoverati con sintomi nel Forlivese diminuiscono (da 67 a 64), così come le persone in Terapia Intensiva (da 4 a 3). In isolamento domiciliare ci sono 362 nel Forlivese e 296 nel Cesenate, per un totale di 658. Il totale dei casi (dato che comprende guariti, deceduti e positivi) passa in provincia a 1.583.

A Forlì i casi sono poco meno di 280. Questi i dati degli altri Comuni dell’Unione dei Comuni che comprendono anche i numeri dei guariti. A Meldola 51 (7 ricoverati, 44 in isolamento), Forlimpopoli 35, Rocca San Casciano 27, Bertinoro 21 (7 ricoverati, 14 in isolamento), Predappio 12, Civitella di Romagna 8, Dovadola 6, Castrocaro 3, Premilcuore 2, Santa Sofia.
Seguiranno aggiornamenti

Articolo di Staff 4live.



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Domicilio o asporto, "Sotto casa è meglio!": a Santa Sofia volantini per contattare le attività

Domicilio o asporto, "Sotto casa è meglio!": a Santa Sofia volantini per contattare le attività

A Santa Sofia, come in molti altri luoghi, la crisi legata al Covid 19 ha colpito duramente i commercianti, tra attività temporaneamente chiuse e ingressi contingentati nei negozi di beni di prima necessità. Nonostante tutto, molti...

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“Sotto casa è meglio” l’elenco per contattare le attività che fanno servizio a domicilio

A Santa Sofia – come in molti altri luoghi – la crisi legata al Covid 19 ha colpito duramente i commercianti, tra attività temporaneamente chiuse e ingressi contingentati nei negozi di beni di prima necessità. Nonostante tutto, molti negozianti ed esercenti del Comune di Santa Sofia non si sono persi d’animo e hanno iniziato ad offrire nuovi servizi, sempre nel rispetto delle normative vigenti. Alla luce delle tante iniziative nate in maniera autonoma, Comune di Santa Sofia e Consulta dei Commercianti hanno pensato di realizzare un piccolo “elenco” delle attività aperte che possono effettuare consegna a domicilio o asporto. L’intento è ovviamente quello di evitare gli assembramenti e ridurre al massimo le situazioni di possibile contagio, continuando comunque a garantire numerosi servizi ai santasofiesi e sostenendo nello stesso tempo il tessuto economico locale.

“La dimensione della civiltà di una comunità si misura nella volontà di adattarsi per affrontare gli ostacoli e le incertezze che questi tempi difficili pongono – evidenzia Mario Guido Mancosu presidente Consulta dei Commercianti di Santa Sofia -. In un’ottica propositiva, la categoria dei commercianti di Santa Sofia rialza la testa e, nel rispetto delle norme in chiave Covid 19, si organizza per modulare la propria offerta al pubblico offrendo il servizio di consegna a domicilio e il servizio di asporto (take away). La realizzazione dell’opuscolo riporta le attività impegnate a qualificarsi con questi servizi e riprende il tema della sensibilizzazione agli acquisti consapevoli presso gli esercizi e le attività del territorio comunale santasofiese. Il motto dell’iniziativa è “Sotto Casa è meglio!“.

Sinceramente, molti negozianti avevano già iniziato a promuovere sui social la possibilità di effettuare consegne a domicilio, ovviamente sempre nel rispetto delle misure di sicurezza e delle norme igienico sanitarie previste dalla normativa nazionale e regionale – dice Isabel Guidi assessora alle attività produttive e commercio -. Insieme alla Consulta dei Commercianti abbiamo pensato che fosse utile realizzare un volantino cartaceo per raggiungere tutta la popolazione santasofiese. Pensiamo, ad esempio, alle persone anziane che non hanno accesso a Facebook ma che possono avere bisogno di acquistare prodotti non solo di prima necessità”.

Il volantino verrà consegnato nei primi giorni di maggio in tutte le case del Comune di Santa Sofia da parte di alcuni volontari ed è stato realizzato con il coordinamento della Consulta dei Commercianti, mentre la parte grafica è stata curata da Nicola Monti “e’ migal”. “Concludo dicendo che l’amministrazione sta ragionando su varie azioni concrete da mettere in pratica a sostegno dell’economia e del commercio locale, per questo abbiamo intenzione di aprire un confronto con associazioni di categoria e Consulta dei commercianti. Nel frattempo, l’invito che faccio a tutti i santasofiesi è quello di acquistare presso gli esercenti di Santa Sofia: siamo fortunati, in paese abbiamo praticamente tutto, dagli alimentari all’abbigliamento, dall’elettronica al giardinaggio”, dice Guidi.

Articolo di Staff 4live.



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mercoledì 29 aprile 2020

Coronavirus 29 aprile: un decesso e 9 nuovi contagi nel Forlivese

Il consueto bollettino giornaliero diramato dalla Prefettura segnala un decesso nel Forlivese di un 48enne (ma 3 in provincia, gli altri 2 si sono verificati nel Cesenate). I guariti sono 17 a livello provinciale. Il totale delle persone che hanno perso la vita a causa del covid19 salgono a 145 (86 a Forlì e comprensorio, 59 nel Cesenate). Tredici sono i nuovi positivi di cui 5 a Forlì, 3 a Meldola, 1 a Forlimpopoli, mentre gli altri sono del Cesenate.
I ricoverati con sintomi nel Forlivese diminuiscono di 1 (67), così come le persone in Terapia Intensiva (da 5 a 4). In isolamento domiciliare ci sono nel Forlivese 365 (erano 372) e 302 nel Cesenate (erano 301), per un totale di 667. Il totale dei casi (dato che comprende guariti, deceduti e positivi) passa in provincia a 1.569 (+13).

A Forlì i casi sono poco meno di 280. Questi i dati degli altri Comuni dell’Unione dei Comuni che comprendono anche i numeri dei guariti. A Meldola 51 (7 ricoverati, 44 in isolamento), Forlimpopoli 35, Rocca San Casciano 27, Bertinoro 21 (7 ricoverati, 14 in isolamento), Predappio 12, Civitella di Romagna 8, Dovadola 6, Castrocaro 3, Premilcuore 2, Santa Sofia.

Vi comunico – annuncia il sindaco di Galeata Elisa Deoche anche l’ultimo dei 4 concittadini che aveva contratto il CoVid19 è risultato negativo al doppio tampone eseguito. Ad oggi non abbiamo più nessun positivo e nemmeno persone quarantena. Galeata al momento è libera dal coronavirus. Sono molto felice che tutti i contagiati abbiano superato la fase di malattia senza complicanze e che abbiano potuto riprendere velocemente le attività quotidiane e lavorative. A loro ed i loro famigliari voglio rinnovare, anche in questo momento, tutta la vicinanza possibile. Vi ricordo che, adesso più che mai, accingendoci alla Fase2, sarà opportuno e doveroso non abbassare la guardia per non correre il rischio di vanificare gli sforzi fatti fino ad ora. Continuiamo ad essere responsabili e rispettosi delle regole di distanziamento sociale e scrupolosi nell’utilizzo di dispositivi di protezione individuale“.

Un aggiornamento sui dati Coronavirus nella Provincia di Forlì-Cesena – è il commento del sindaco di Modigliana Jader Dardi -. Sono 117 i ricoverati in ospedale e 8 le persone ricoverate in terapia intensiva, in netta riduzione rispetto ai giorni precedenti. 667 le persone in isolamento domiciliare. Molto positivo il numero dei guariti che oggi sono 632, diciassette in più rispetto a ieri. Salgono purtroppo a 145 i deceduti nella nostra provincia”.

Articolo di Staff 4live.



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Missione Tata: in partenza un corso di formazione per aspiranti baby sitter

A Santa Sofia è in partenza un corso per aspiranti baby sitter, organizzato dall’ASP San Vincenzo de’ Paoli in collaborazione con il Polo Unico del Centro Per le Famiglie di Santa Sofia e Galeata. “Dopo l’emergenza sanitaria legata al Covid-19, che ha portato alla chiusura delle scuole, prendiamo atto delle emergenti esigenze delle famiglie che ci chiedono dove e come poter reperire personale formato per la cura ed educazione dei propri figli – sottolinea l’assessore alle politiche sociali Ilaria Marianini. Per questo ho pensato di riproporre il corso di formazione “Missione Tata”, introducendo però alcune novità”.

Il corso, infatti, è organizzato dal Polo Unico Centro per le Famiglie – Informagiovani dei Comuni di Santa Sofia e Galeata, in collaborazione con i Comuni di Civitella di Romagna e Premilcuore. Se, da un lato, i cittadini dei quattro comuni potranno partecipare ad un percorso di formazione al fine di istituire un albo di baby sitter, dall’altro le famiglie residenti nei comuni sopra citati potranno contattare queste baby sitter e ricevere le indicazioni tecniche per la fruizione e richiesta dei voucher baby sitter promossi dal Governo.

Per partecipare al corso, completamente gratuito, è necessario compilare il modulo d’iscrizione (per riceverlo, contattare il Centro per le Famiglie centrofamigliesanta@libero.it o 348 5194348) entro l’8 maggio, avere più di 18 anni, godere di idoneità psicofisica e dell’assenza delle condizioni ostative previste dalla Legge 38/2006. Successivamente le e gli aspiranti baby sitter parteciperanno ad un ciclo di 6 incontri sui temi dell’educazione, dell’alimentazione, dell’animazione, dell’uso dei dispositivi di protezione personale e le regole del distanziamento sociale. Docenti del corso saranno esperti dell’ASL, operatori della Croce Rossa Italiana, psicologi, pedagogisti tra cui figura anche la dottoressa Fabiola Crudeli, coordinatrice pedagogica del nido Fiocco di Neve che sarà sempre a disposizione delle tate per consulenze e richieste.

“La coop. Fare del Bene, in qualità di gestore dei servizi del Polo Unico del Centro per le Famiglie, ha accolto con piacere la proposta dell’amministrazione – dice Maddalena Fabbri referente del progetto per la cooperativa -. È un modo per reinventare i servizi a sostegno delle famiglie e della genitorialità. A fine corso, poi, ogni partecipante riceverà un attestato di frequenza finalizzato esclusivamente all’iscrizione all’albo baby sitter e un box omaggio contenente materiale utile. In questo senso stiamo coinvolgendo le associazioni di volontariato locali e, ad esempio, nel box si troveranno libri per bambini messi a disposizione da Sophia in Libris, proposte di gioco del CIF, consigli alimentari di Slow Food e altro ancora”.

Il corso di formazione partirà con un minimo di 10 iscritti e si terrà dall’11 al 22 maggio, il calendario sarà comunicato direttamente agli interessati e verrà organizzato nel rispetto delle norme vigenti in base al numero di partecipanti. L’iscrizione all’albo è subordinata alla frequenza del percorso formativo di almeno il 75% degli incontri, al fine di acquisire le competenze teorico/pratiche necessarie per rispondere adeguatamente ai bisogni del bambino e dei genitori. Sarà, poi, compito del Centro per le Famiglie stilare l’albo con indicazioni circa la disponibilità oraria e giornaliera delle singole tate e metterlo a disposizione delle famiglie che ne faranno richiesta.

Ci auguriamo di avere tanti aspiranti baby sitter, sia maschi che femmine – conclude Ilaria Marianinie speriamo che anche le tate che avevano partecipato ai precedenti corsi colgano questa occasione di “aggiornamento”. Dal canto nostro crediamo che questo sia un primo modo per supportare le famiglie in maniera concreta, in questa difficile situazione in cui è indispensabile una riorganizzazione dei servizi, dai Centri Estivi fino alla scuola. Ricordo, poi, che anche il Comune di Forlì ha organizzato un servizio di supporto nella ricerca di baby sitter per tutto il comprensorio, a cui si affianca la nostra iniziativa per i comuni facenti parte dell’ASP”.

Articolo di Staff 4live.



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A Santa Sofia parte la "missione tata": al via un corso di formazione per aspiranti baby sitter

A Santa Sofia parte la "missione tata": al via un corso di formazione per aspiranti baby sitter

A Santa Sofia è in partenza un corso per aspiranti baby sitter, organizzato dall'ASP San Vincenzo de' Paoli in collaborazione con il Polo Unico del Centro Per le Famiglie di Santa Sofia e Galeata. "Dopo l’emergenza...

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martedì 28 aprile 2020

Coronavirus 28 aprile: due decessi, 3 positivi

Il bollettino trasmesso dalla Prefettura purtroppo anche oggi continua a segnare i decessi. Sono due le persone morte per covid19: un 68enne forlivese che era ricoverato al Bufalini di Cesena e una 90enne morta alla casa di riposo ‘Davide Drudi’ di Meldola. I guariti salgono a 20, mentre sono 6 i nuovi pazienti positivi.

Il totale dei decessi sale a 142 persone (85 a Forlì e comprensorio, 57 nel Cesenate). I 6 nuovi positivi (totale provinciale di 821) sono a Forlì (3), Cesena (2) e Cesenatico (1).
I ricoverati in Terapia Intensiva a Forlì calano di due (da 7 a 5). In isolamento domiciliare ci sono 372 nel Forlivese e 301 nel Cesenate, per un totale di 673. Il totale dei casi a Forlì-Cesena (compreso guariti, deceduti e positivi) passa a 1.556.

A Forlì i casi sono poco meno di 280. Questi i dati degli altri Comuni dell’Unione dei Comuni che comprendono anche i numeri dei guariti. A Meldola 51, Forlimpopoli 35, Rocca San Casciano 27, Bertinoro 21, Predappio 12, Civitella di Romagna 8, Dovadola 6, Castrocaro 3, Premilcuore 2, Santa Sofia e Galeata 1.
Seguiranno aggiornamenti.

Articolo di Staff 4live.



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Compra 20mila uova e cerca di rivenderle truffando sull'origine: allevatore nei guai

Compra 20mila uova e cerca di rivenderle truffando sull'origine: allevatore nei guai

Maxi sequestro di uova a seguito di un controllo dei Carabinieri della stazione Forestale di Santa Sofia. Nell'ambito dei controlli finalizzati a garantire il rispetto delle norme contro la diffusione del covid-2019, gli uomini dell'Arma...

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Santa Sofia, riparte il mercato alimentare: le bancarelle nella corte comunale

Santa Sofia, riparte il mercato alimentare: le bancarelle nella corte comunale

Nell'ottica di un graduale ma responsabile ritorno alla quotidianità, a Santa Sofia a partire da giovedì tornerà ad essere presente il mercato alimentare, seppure con alcune importanti novità. Il mercato alimentare...

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A Santa Sofia riapre il mercato alimentare

Nell’ottica di un graduale ma responsabile ritorno alla quotidianità, a Santa Sofia a partire da giovedì 29 aprile tornerà ad essere presente il mercato alimentare, seppure con alcune importanti novità. Il mercato alimentare, infatti, era stato temporaneamente soppresso nel rispetto delle normative per evitare la diffusione del Covid 19 ma ora, in applicazione dell’ordinanza n. 66 del 22 aprile firmata dal Presidente della Giunta Emilia Romagna, si è riusciti ad individuare anche a Santa Sofia un luogo idoneo allo svolgimento del mercato alimentare.

L’ordinanza regionale, infatti, richiede che lo svolgimento del mercato alimentare si tenga all’interno di un’area pubblica stabilmente recintata (e non transennata), al fine di permettere un controllo del numero degli ingressi: tale area è stata individuata a Santa Sofia nella corte comunale antistante il Centro Culturale Sandro Pertini, dove si svolgeva il Mercato delle erbe fino a qualche decennio fa.

Qui verranno collocati i 5 banchi alimentari che solitamente trovano posto in piazza Matteotti e nella piazzetta della pesa durante il mercato settimanale del giovedì.
L’accesso alla nuova area di mercato avverrà esclusivamente attraverso l’androne comunale, mentre l’uscita sarà su via Nefetti, di fronte alla chiesa: in questo modo sarà possibile contingentare in numero di ingressi e a tale proposito saranno presenti alcuni volontari iscritti all’albo dei volontari di Santa Sofia, ai quali sarà riservato il compito di controllare che non si creino assembramenti. Nello specifico, sarà consentito l’accesso di un solo cliente alla volta per ogni banco alimentare, mentre nell’androne si potranno disporre al massimo 3 persone: il resto della fila dovrà collocarsi, rispettando le distanze di sicurezza, su piazza Matteotti. Ricordiamo che i cittadini dovranno indossare la mascherina protettiva per accedere all’area di mercato.

Un poco alla volta, ci avviamo a riprendere la gestione delle normali attività quotidiane, ponendo grande attenzione al rispetto delle normative – dice il vicesindaco Isabel Guidi -. Invito i cittadini a seguire scrupolosamente le indicazioni in merito alla distanza di sicurezza, nel rispetto della loro salute e di quella degli operatori commerciali. Abbiamo identificato la corte dell’ostello perché per la sua conformazione permette di avere un luogo i cui accessi sono facilmente controllabili, tuttavia nel rispetto del distanziamento sociale le dimensioni dei banchi alimentari saranno leggermente ridotte rispetto a quelle del tradizionale mercato. È, comunque, un passo verso la ripresa delle nostre abitudini”.

Articolo di Staff 4live.



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lunedì 27 aprile 2020

Coronavirus 27 aprile: due decessi a Forlì

Il bollettino della Prefettura diramato oggi segnala due decessi avvenuti a Forlì (una 85enne e un 72enne che erano ricoverati, con patologie pregresse, al Morgagni-Pierantoni.
Sono 24.662 i casi positivi in Emilia-Romagna, 212 in più rispetto a ieri. Sono 283 le nuove guarigioni per un totale di 9.006. Ancora in calo i casi attivi: -116. Quelli lievi in isolamento a domicilio sono 8.498 (-79).

I nuovi decessi riguardano 12 residenti in provincia di Bologna (nessuno nell’imolese), 10 residenti nella provincia di Piacenza, 7 in quella di Parma, 5 in quella di Ferrara, 5 nella provincia di Forlì-Cesena (due decessi nel forlivese), 4 in quella di Reggio Emilia, 2 in quella di Modena. Nessun nuovo decesso nella provincia di Rimini, in quella di Ravenna e da fuori regione.

I casi di positività sul territorio sono così distribuiti: 4.585 a Reggio Emilia (8 in più), 3.827 a Bologna (34 in più) + 364 le positività registrate a Imola (1 in più), 3.826 a Piacenza (75 in più rispetto a ieri), 3.578 a Modena (16 in più), 3.112 a Parma (39 in più), 1.953 a Rimini (16 in più), 877 a Forlì (9 in più), 665 a Cesena (9 in più), 970 a Ravenna (1in più), 905 a Ferrara (4 in più).

A Forlì i casi sono poco più di 370. Questi i dati degli altri Comuni dell’Unione dei Comuni che comprendono anche i numeri dei guariti. A Meldola 57 (8 ricoverati di cui 1 in Terapia Intensiva, 49 in isolamento), Bertinoro 57 (8 ricoverati di cui 1 in terapia intensiva), Forlimpopoli 50, Rocca San Casciano 27 (24 in isolamento domiciliare, 3 ricoverati), Predappio 17, Castrocaro 11, Civitella di Romagna 13 (8 casi positivi e 2 guariti), Dovadola 6, Galeata 2, Premilcuore 2, Santa Sofia 2.
Seguiranno aggiornamenti

Articolo di Staff 4live.



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domenica 26 aprile 2020

Coronavirus 26 aprile: due decessi, 7 nuovi contagi nel Forlivese

Dopo due giorni positivi purtroppo si registrano due decessi nel Forlivese. Si tratta di una forlivese 98enne e una meldolese 88enne vittime del Coronavirus. I decessi salgono a 135. I casi (che comprendono positivi, guariti e deceduti) aumentano di 20 passando a 1.541. Positivo il dato dei pazienti guariti cresciuto di 60 in provincia (579). I guariti nel comprensorio Forlivese sono 337, nel Cesenate 242.
Nel Forlivese restano 9 le persone in Terapia Intensiva (nel Cesenate invece sono 5). In isolamento domiciliare ci sono 371 nel Forlivese (erano 418) e 316 nel Cesenate (erano 310). Come detto in precedenza sono 20 i positivi in più rispetto a ieri (827): 6 di Forlì e 1 di Predappio.

A Forlì i casi sono poco più di 370. Questi i dati degli altri Comuni dell’Unione dei Comuni. A Meldola 57 (8 ricoverati di cui 1 in Terapia Intensiva, 49 in isolamento), Bertinoro 57 (8 ricoverati di cui 1 in terapia intensiva), Forlimpopoli 50, Rocca San Casciano 30 (27 in isolamento domiciliare, 3 ricoverati), Predappio 17, Castrocaro 11, Civitella di Romagna 13 (8 casi positivi e 2 guariti), Dovadola 6, Galeata 2, Premilcuore 2, Santa Sofia 2.
Seguiranno aggiornamenti

Articolo di Staff 4live.



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sabato 25 aprile 2020

Coronavirus 25 aprile: per il secondo giorno consecutivo nessun decesso nel Forlivese

Buone notizie sul fronte del Forlivese, pessime su quello provinciale. La prefettura ha comunicato il bollettino giornaliero sul coronavirus segnalando che per il secondo giorno consecutivo non si sono registrate morti dovuti al Covid-19 nel nostro territorio dell’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese, ma purtroppo tre decessi a Cesena. Il totale dei decessi passa così a 133 persone (79 nel Forlivese, 54 nel Cesenate). I casi (comprensivi di positivi, guariti e deceduti) aumentano di 18, passando a 1.521. Continuano ad esserci tanti pazienti guariti e dimessi dai nosocomi: in provincia il totale cresce a 519 (+22). I guariti nel comprensorio Forlivese passano a 283 (+13), nel Cesenate a 236 (+9). Sono 9 le persone in terapia Intensiva a Forlì. 5 nel Cesenate. In isolamento domiciliare ci sono 728 persone.

A Forlì i casi sono poco più di 370. Questi i dati degli altri Comuni dell’Unione dei Comuni. A Meldola 57 (8 ricoverati di cui 1 in Terapia Intensiva, 49 in isolamento), Bertinoro 57 (8 ricoverati di cui 1 in terapia intensiva), Forlimpopoli 50, Rocca San Casciano 38 (36 in isolamento domiciliare, 2 ricoverati), Predappio 17, Castrocaro 11, Civitella di Romagna 13 (8 casi positivi e 2 guariti), Dovadola 6, Galeata 2, Portico 3, Premilcuore 2, Santa Sofia 2, e Modigliana 1.
Seguiranno aggiornamenti

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Santa Sofia prepara la riapertura dei parchi: "Grazie ai volontari stiamo rimettendo tutto a nuovo"

Santa Sofia prepara la riapertura dei parchi: "Grazie ai volontari stiamo rimettendo tutto a nuovo"

In vista di un possibile, graduale allentamento nelle misure restrittive adottate per contrastare la diffusione del Covid-19, il Comune di Santa Sofia si sta già muovendo per avere parchi e giardini fruibili non appena le leggi lo...

via ForlìToday https://ift.tt/356qKpy https://ift.tt/356qFCg April 25, 2020 at 11:16AM

Volontari al lavoro con gli operai comunali per la manutenzione a parchi e giardini

In vista di un possibile, graduale allentamento nelle misure restrittive adottate per contrastare la diffusione del Covid 19, il Comune di Santa Sofia si sta già muovendo per avere parchi e giardini fruibili non appena le leggi lo permetteranno. In questi giorni, infatti, il Comune sta procedendo alla sistemazione dei parchi cittadini e delle relative aree gioco, sottoposte ad una manutenzione da parte degli Operai Comunali coadiuvati da un gruppo di volontari santasofiesi, regolarmente iscritti all’Albo Comunale dei volontari.

Stiamo approfittando di queste belle giornate di sole per eseguire tanti lavori di manutenzione – dice il sindaco Daniele Valbonesie grazie all’aiuto dei volontari, stiamo rimettendo a nuovo tutti i parchi e le aree verdi del comune. Speriamo che nel mese di maggio sia possibile un graduale ritorno alla normalità e immaginiamo che in molti non vedano l’ora di potere trascorrere qualche ora all’aria aperta”.

D’altro canto – prosegue l’assessora alle politiche sociali Ilaria Marianinigli spazi aperti avranno certamente un ruolo fondamentale per la ripresa della socialità di grandi e piccini. Stiamo ragionando sulla riorganizzazione dei servizi educativi e dei servizi a sostegno delle famiglie, come il Centro Estivo, che per il 2020 dovremo inevitabilmente ripensare. Credo che i parchi e i giardini ci possano venire incontro in questa delicata fase, per questo abbiamo deciso di sottoporli a manutenzione in modo da potervi accedere non appena sarà finita la fase di emergenza”. Fino al 4 maggio sono in vigore le restrizioni imposte con il DPCM del 10 aprile, che consentono spostamenti solo per motivi di lavoro o di impellente necessità e vietano assembramenti di persone e l’accesso a parchi e giardini pubblici.

Articolo di Staff 4live.



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Forlì decorata con la Medaglia d’argento al valor militare per attività partigiana

Oggi ci saranno le celebrazioni per l’anniversario della Liberazione anche se quest’anno saranno svolte in piena emergenza dettata dalla diffusione del virus Covid 19. Non mancheranno le iniziative portate avanti attraverso i mezzi della nuova tecnologia per rammentare quanto avvenne nel nostro paese durante il Secondo conflitto mondiale. Lo stesso avverrà a Forlì. Anche chi scrive ha cercato di dare un contributo a farlo raccontando fatti e personaggi dell’epoca cercando sempre di trovare un suggerimento e una spinta per affrontare le difficoltà dell’oggi e quelle in prospettiva. In questo contesto non poteva mancare la sottolineatura di uno straordinario riconoscimento ottenuto dalla Città di Forlì esattamente 45 anni fa.

Era l’8 aprile 1975 quando il sindaco Angelo Satanassi (Santa Sofia 1925 – Forlì 2011) fece affiggere manifesti in tutta la città per comunicare che Forlì era stata decorata con la Medaglia d’argento al valor militare per attività partigiana. Nei giorni successivi, il 17 aprile, sulla sommità dello scalone comunale fu collocata una lastra in bronzo con le motivazioni del prestigioso riconoscimento:
“MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE PER MERITI PARTIGIANI
COMUNE DI FORLÌ
DURANTE QUATTORDICI MESI DI DURA LOTTA CONTRO L’OPPRESSIONE TEDESCA E FASCISTA ESPRIMEVA E SOSTENEVA CORAGGIOSAMENTE LE FORMAZIONI PARTIGIANE CHE OPERARONO NELLA REGIONE CONTRO LE FORZE ARMATE NEMICHE LOGORANDOLE E RENDENDO LORO ONEROSO IL MOVIMENTO SULLE ROTABILI ROMAGNOLE E SULLA LINEA FERROVIARIA FORLI-FAENZA, COSTITUENTI IMPORTANTI ASSI DI ALIMENTAZIONE DEL LORO SFORZO OPERATIVO SUL FRONTE.
ALL’AZIONE DEI VOLONTARI ARMATI, AFFIANCAVA QUELLA, NON MENO EFFICACE, DEI LAVORATORI CHE SABOTANDO GLI IMPIANTI INDUSTRIALI IMPEDIVANO L’ATTUAZIONE DI UN LORO PREDISPOSTO TRASFERIMENTO IN GERMANIA.
IL CONTRIBUTO DI CADUTI E MARTIRI CIVILI, LE SOFFERENZE E LE DISTRUZIONI SUBITE DALLE GENTI FORLIVESI NELLA LORO OSTINATA OPPOSIZIONE ALLA SOPRAFFAZIONE NEMICA, TESTIMONIANO LA LORO ASSOLUTA DEDIZIONE AI PIÙ ALTI IDEALI DI PATRIA, LIBERTÀ E GIUSTIZIA.-
ZONA DI FORLI’, 8 SETTEMBRE 1943-NOVEMBRE 1944”.

Il testo del manifesto a firma del sindaco si concludeva con queste parole: “Forlivesi, questo alto riconoscimento del Presidente della Repubblica (era in carica dal 1971 Giovanni Leone Ndr) ci sia da stimolo per un impegno crescente nell’azione unitaria antifascista in difesa delle istituzioni democratiche, esaltando quel grande patrimonio ideale e morale con cui la nostra città partecipò alla Resistenza“.
Il conferimento sarà stato sicuramente anche motivo di orgoglio per lo stesso Angelo Satanassi avendo militato per tutto il periodo della guerra partigiana nell’Ottava Brigata Garibaldi Romagna, che operò sui territori montani delle province di Forlì, Pesato, Arezzo e Firenze.

Nel forlivese la Resistenza si svolse infatti soprattutto in montagna ed è significativo ricordare una frase di uno dei padri costituenti, Piero Calamandrei (Firenze 1889 – 1956), contenuta nel “Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza” che fece a Milano il 26 gennaio 1955, lo stesso anno in cui la frase fu riportata in una lapide collocata nell’ex Sala del Consiglio provinciale di via delle Torri 13 (ora Sala comunale “Calamandrei”). Nell’epigrafe si legge “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione”.

L’invito di Piero Calamandrei
Perché non considerare l’invito di Calamandrei ancora valido dopo 65 anni? Nel nostro territorio si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di percorrere “Il sentiero della liberta”, un percorso che partendo da Biserno di Santa Sofia permette di godere delle bellezze ambientali e di riflettere su quanto accadde in quei luoghi durante il secondo conflitto mondiale. Ovviamente quando sarà cessato l’allarme coronavirus.
L’ideazione e la razionalizzazione del progetto è stato curato dal Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna per ricordare i tragici avvenimenti dell’aprile 1944, quando i tedeschi rastrellarono la zona per tentare di eliminare la presenza partigiana.
I dettagli dell’itinerario con le tappe e ogni altra utile informazione possono essere reperiti visionando il sito www.parcoforestecasentinesi.it, oppure quello dell”Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Forlì-Cesena www.istoreco.it, nonché da quello del Club Alpino Italiano, che riporta anche le informazioni tecniche delle varie tappe; siti dai quali si traggono le informazioni che seguono.

Il sentiero della Libertà
Con partenza dalla croce di Biserno (Santa Sofia) il sentiero giunge a San Paolo in Alpe e da qui prosegue per Fiumari, S. Agostino, Poderone, Celle, Pian del Grado. Lungo il percorso bacheche e cartelli narrano gli eventi del tragico aprile. Si tratta di un percorso piuttosto impegnativo, consigliato agli amanti del trekking o della mountain bike. Il percorso consigliato alle scuole è quello che partendo da Biserno arriva a San Paolo in Alpe (percorribile a piedi in circa un’ora e mezza), dove sono oggi visibili i ruderi delle abitazioni e della chiesa incendiata dai tedeschi il 12 aprile 1944. Le varie tappe sono raggiungibili singolarmente anche in auto.

Passo della Calla
Punto di collegamento tra Toscana e Romagna, era di importanza strategica per il rifornimento delle truppe tedesche che combattevano a sud e per la costruzione del sistema difensivo della Linea Gotica. Nei primi mesi del 1944 nelle vicinanze del passo, sui versanti toscano e romagnolo, operavano le formazioni partigiane Faliero Pucci e il Gruppo brigate Romagna. Formazioni che nel mese di marzo, per effetto anche dei bandi di chiamata alle armi per le classi di leva e l’emanazione del decreto che comminava la pena di morte ai renitenti, raggiunsero la consistenza di oltre mille effettivi. Ai primi di aprile i tedeschi davano inizio a un massiccio rastrellamento per “ripulire” la zona dalla presenza partigiana. Le truppe tedesche della divisione “Hermann Goering”, rinforzate da reparti SS e della Guardia nazionale repubblicana, mossero contemporaneamente dai due versanti disponendosi in un quadrilatero che andava da Premilcuore a Pennabilli, Borgo San Sepolcro e Consuma, allo scopo di accerchiare le forze partigiane. Tra il 12 e il 17 aprile procedettero alla formazione di sacche all’interno delle quali operarono azioni di annientamento dei partigiani e di terrore verso le popolazioni. Secondo le fonti tedesche (e la cifra è, purtroppo, inferiore al numero reale) 289 furono le persone uccise e 115 quelle catturate. Queste ultime furono inviate nei campi di sterminio in Germania e molte non fecero ritorno. La maggioranza delle vittime erano donne, vecchi e bambini. Fragheto, Vallucciole, Partina, Castagno, Lonnano, Moggiona, furono le località del martirio della popolazione civile. Calanco, Capanne, Biserno, Monte Marino, San Paolo, Prato alle Cogne, La Calla, Monte Falterona, i luoghi dove combatterono e caddero i partigiani nel corso della impari lotta. A Stia, Spinello, Valdonetto, Val di Covile, Pian del Pero, e in decine di altri luoghi delle Valli dell’Alto Bidente avvennero fucilazioni di singoli o di gruppi partigiani. Dopo la battaglia del Passo della Calla, avvenuto sempre nell’ambito del rastrellamento, venne fucilato il partigiano Pio Campana, che già nel febbraio era stato catturato dai fascisti, condannato a morte e liberato il 17 febbraio 1944 dai gappisti con un rocambolesco assalto al carcere di Cesena.

San Paolo in Alpe
Nell’aprile 1944 la località fu scelta dal Comando del Gruppo brigate Romagna per destinarvi gli aviolanci Alleati di armi, vestiario, denaro e viveri per i partigiani. Alla fine di marzo il Comitato provinciale di liberazione nazionale fece pervenire al Comando brigate la comunicazione che era tempo di preparare il campo di lancio e le segnalazioni luminose per essere visibili agli aerei alleati. La terza brigata (in via di formazione) del Gruppo Romagna venne inviata a presidiare il campo di lancio da eventuali attacchi o rastrellamenti. Ai primi di aprile Radio Londra trasmise il messaggio convenzionale “Le ciliegie sono mature”. Nella notte fra il 4 e il 5 e in quella tra il 7 e l’8 si ebbero due lanci di 52 e 54 pistole mitragliatrici, 150 bombe a mano, alcuni quintali di esplosivo, ordigni per guastatori, indumenti, viveri e due milioni per il finanziamento della brigata e del Comitato di liberazione nazionale. Le operazioni di rastrellamento in corso resero difficoltosa la distribuzione del materiale ai partigiani che non poterono così usufruire appieno degli scarsi aiuti giunti fino a quel momento. La vigilanza al campo venne rinforzata in attesa di nuovi lanci. La mattina del 12 aprile 1944 il “campo di lancio” venne attaccato dai mortai e dalle truppe tedesche. Dopo una giornata di combattimenti, la sera del 12 aprile, San Paolo in Alpe venne occupato dai tedeschi che infrante le resistenze partigiane sul crinale di Biserno poterono attaccare anche da quel lato costringendo i partigiani alla ritirata nella retrostante foresta. Raggiunto quello che era il loro obiettivo nella zona vi bruciarono la chiesa e le abitazioni civili.

Celle
In questa località nella giornata dell’11 aprile 1944 si scontrarono ripetutamente gruppi partigiani e forze tedesche impegnate in una delle azioni per “ripulire” la zona a ridosso della Linea Gotica dalla presenza partigiana e terrorizzare la popolazione al fine di indurla a collaborare con le forze di occupazione.

Pian del Grado
Qui nel gennaio-febbraio del 1944 si insediò la formazione partigiana che verrà poi denominata 8° Brigata Garibaldi “Romagna”, in quel momento consistente di oltre 200 partigiani inquadrati in cinque compagnie di 33 uomini ciascuna e un plotone guastatori. Numerosi erano gli stranieri: 20 sovietici, 14 sloveni, alcuni cechi, tedeschi e polacchi e anche ufficiali inglesi che furono aiutati a raggiungere le zone liberate. La formazione partigiana aveva avuto origine dai gruppi costituitisi immediatamente dopo l’8 settembre 1943 a San Paolo di Cusercoli – poi spostatosi in Val di Chiara – e a Pieve di Rivoschio e unificatisi per effetto dei rastrellamenti tedeschi. Nel dicembre il gruppo così formatosi si portò a Collinaccia, nel Comune di Galeata, dove si diede un unico comando e si rafforzò con l’arrivo di partigiani ravennati. Successivamente la formazione si spostò a Poggio La Lastra quindi a Pian del Grado. Alla fine di febbraio raggiunse il Corniolo dove costituì un “dipartimento partigiano”, in marzo si collocò a Strabattenza e infine raggiunse il Fumaiolo. Qui entrò in contatto con le truppe tedesche della divisione “Hermann Goering” impegnate a dare inizio all’azione di rastrellamento dei partigiani operanti a ridosso della Linea Gotica. La formazione in quel momento forte di quasi mille uomini suddivisi in tre brigate, uscì dal rastrellamento completamente scompaginata e con gravi perdite. A partire dal mese di maggio la brigata che nel frattempo aveva assunto la denominazione di 8° Brigata Garibaldi Romagna venne riorganizzata secondo criteri atti a impedire che nuovi e prevedibili rastrellamenti potessero distruggerla. Il territorio partigiano venne diviso in due ampie zone in ciascuna delle quali operavano due battaglioni con ampia autonomia decisionale per gli aspetti logistici e militari. Il Comando, a partire dal mese di giugno, fissò la propria sede a Pieve di Rivoschio. Gli effettivi da 150 nel mese di maggio raggiunsero i 600 in luglio. Nei mesi di luglio, agosto, settembre si susseguirono i rastrellamenti tedeschi e nonostante l’impiego massiccio di truppe provenienti anche dal vicino fronte di guerra non riuscirono a disgregare la brigata né a spezzare – nonostante i numerosi ed efferati eccidi attuati – il legame con la popolazione. Nel mese di settembre parte della formazione partigiana si unì agli Alleati giunti a San Piero in Bagno. I rapporti con gli Alleati non furono facili. I partigiani rifiutarono di sciogliere la brigata e vollero essere inseriti nel dispositivo militare alleato per continuare a combattere sino alla liberazione di Forlì. Il comando si insediò a San Piero in Bagno e i 4 battaglioni si schierarono sulla linea del fronte e parteciparono alla liberazione dei principali Comuni delle vallate.

Biserno
In questa zona il 12 aprile 1944 dodici partigiani appartenenti alle brigate Garibaldi sacrificarono la vita per consentire ai compagni di tentare di sottrarsi al rastrellamento tedesco. In previsione dell’attacco alleato alla Linea Gustav il Comando tedesco decise di ripulire della presenza partigiana la zona della Linea Gotica attraversata da vie di collegamento di importanza strategica per il rifornimento e la ritirata delle truppe impegnate al fronte. Ai primi dell’aprile 1944 la divisione “Hermann Goering” rinforzata da reparti di SS e della Guardia nazionale repubblicana iniziò il rastrellamento. I tentativi partigiani di sottrarsi all’accerchiamento, dovuto al contemporaneo procedere delle truppe dalle Marche, dalla Toscana e dal Forlivese, fallirono nonostante i sanguinosi combattimenti sostenuti il 6 e 7 aprile 1944 alle pendici del Monte Fumaiolo, il più duro a Calanco vicino a Fragheto località sulla quale si abbattè il terrore tedesco e 33 abitanti vennero uccisi. Anche i partigiani feriti ricoverati nell’infermeria di Capanne vennero scoperti e trucidati dai fascisti. Dopo i combattimenti le formazioni partigiane furono costrette a rientrare nelle zone di partenza: Ridracoli, Poggio La Lastra, Strabattenza, Biserno.
La mattina del 12 aprile 1944 una colonna tedesca della forza di un battaglione si attestò sulla statale S.Sofia-Corniolo con obiettivo il crinale dei monti Biserno-San Paolo tenuto da due compagnie partigiane. Loro compito era quello di ritardare l’avanzata tedesca per dar modo alle restanti formazioni di sottrarsi al rastrellamento. Posizionate le armi pesanti i tedeschi aprirono il fuoco e procedettero poi a piedi lungo gli anfratti del crinale. La battaglia si accese cruenta e i tedeschi vi ebbero diverse perdite. Conquistate posizioni più avanzate grazie alla collaborazione di una spia che li condusse per sentieri a loro sconosciuti, i tedeschi presero a spazzare il crinale con l’artiglieria decimando i partigiani che furono attaccati anche alle spalle. Chi era sopravvissuto si sganciò, in dodici rimasero sul terreno della battaglia.

Corniolo
In questa località i partigiani romagnoli, provenienti da Pian del Grado e dalle zone circostanti, rese inagibili e prive di mezzi di sostentamento dalle straordinarie e abbondanti nevicate cadute dal 10 al 15 febbraio 1944, vi organizzarono una “zona libera” poi denominata Distretto partigiano. Con l’organizzazione della “zona libera” i partigiani si prefiggevano lo scopo di propagandare i principi della lotta partigiana, garantirsi i mezzi di sostentamento e la sicurezza, ottenendo al contempo il sostegno della popolazione, alla quale fu assicurato il regolare svolgimento della vita cittadina, del servizio postale e il funzionamento dell’asilo. I contadini vennero invitati a vendere il grano e il bestiame al Comando partigiano a un prezzo doppio di quello praticato dagli ammassi fascisti, la ripartizione dei prodotti tra mezzadri e proprietari venne stabilita in una quota molto favorevole ai mezzadri, furono riscosse le tasse secondo criteri equanimi e erogate somme alle famiglie più disagiate. Ai primi di marzo ritornata agibile la strada Santa Sofia-Campigna e perciò insostenibile la posizione tenuta, i partigiani lasciarono il Corniolo e si spostarono a Strabattenza.
Chi conosce le zone e le località sopra ricordate sa che sono caratterizzate da un paesaggio di grande valore ambientale da valorizzare, per chi non vi ha mai messo piede un motivo in più per conoscere questa fascia di territorio del nostro Appennino. Per tutti l’incentivo deve essere anche quello di ripercorrere un periodo doloroso della nostra storia ma anche carico di prospettive di futuro. E guardare in avanti in positivo che è sempre un ottimo stimolo per superare le difficoltà del momento.

Gabriele Zelli

Articolo di Gabriele Zelli.



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venerdì 24 aprile 2020

Coronavirus 24 aprile: nessun decesso nel Forlivese, crescono i guariti

Nel bollettino diramato dalla prefettura di Forlì oggi non risultano decessi nel Forlivese ma a livello provinciale se ne registrano 4 nel Cesenate. I decessi dovuti al coronavirus in provincia passano a 130. A Cesena i deceduti salgono a 42. I casi (dato che comprende positivi, guariti e deceduti) aumentano di 13 unità passando a 1.503. Ottimo il dato che riguarda i pazienti dimessi (497, +51 rispetto a ieri) +25 nel Cesenate, +26 nel Forlivese.
A Forlì sono 9 le persone in Terapia Intensiva. Nel Cesenate i ricoverati sono 52 (5 in Terapia Intensiva). In isolamento domiciliare ci sono, a livello provinciale 739 in totale.

A Forlì i casi sono poco più di 370. Questi i dati degli altri Comuni dell’Unione dei Comuni. A Meldola 57 (8 ricoverati di cui 1 in Terapia Intensiva, 49 in isolamento), Bertinoro 57 (8 ricoverati di cui 1 in terapia intensiva), Forlimpopoli 50, Rocca San Casciano 38 (36 in isolamento domiciliare, 2 ricoverati), Predappio 17, Castrocaro 11, Civitella di Romagna 13 (8 casi positivi e 2 guariti), Dovadola 6, Galeata 2, Portico 3, Premilcuore 2, Santa Sofia 2, e Modigliana 1.
Seguiranno aggiornamenti

Articolo di Staff 4live.



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giovedì 23 aprile 2020

Coronavirus 23 aprile: 3 morti nel Forlivese

Altri tre morti per coronavirus nel Forlivese, quattro se si considera l’intera provincia. Sono morte tre donne: una 83enne della Casa di Riposo Drudi di Meldola, una 90enne che era ricoverata a Villa Serena di Forlì e una 85enne della Casa di Riposo Zangheri di Forlì. Il Cesenate registra un decesso.

I morti dovuti al covid-19 in provincia passano a 126 (79 nel Forlivese, 47 nel Cesenate).
I ricoverati con sintomi nel Forlivese sono 78 (9 in Terapia Intensiva). In isolamento domiciliare ci sono 783 in totale, 436 i guariti (235 e 201 tra Forlivese e Cesenate). Sono 28 le persone dimesse perché guarite.

A Forlì i casi sono poco più di 370. Questi i dati degli altri Comuni dell’Unione dei Comuni. A Meldola 57 (8 ricoverati di cui 1 in Terapia Intensiva, 49 in isolamento), Bertinoro 57 (8 ricoverati di cui 1 in terapia intensiva), Forlimpopoli 50, Rocca San Casciano 38 (36 in isolamento domiciliare, 2 ricoverati), Predappio 17, Castrocaro 11, Civitella di Romagna 13 (8 casi positivi e 2 guariti), Dovadola 6, Galeata 2, Portico 3, Premilcuore 2, Santa Sofia 2, e Modigliana 1.
Seguiranno aggiornamenti

Articolo di Staff 4live.



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Festa della Liberazione per la prima volta senza cortei: a Santa Sofia cerimonia su Facebook

Festa della Liberazione per la prima volta senza cortei: a Santa Sofia cerimonia su Facebook

Sabato si terranno le celebrazioni per il 75esimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e, per la prima volta, la popolazione non si potrà riunire nei tradizionali cortei. "L'emergenza per il Covid-19 ci...

via ForlìToday https://ift.tt/2yGi7G4 https://ift.tt/3awUBZm April 23, 2020 at 12:17PM

Celebrazioni per il 25 aprile a Santa Sofia

Sabato 25 aprile si terranno le celebrazioni per il 75° Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e, per la prima volta, la popolazione non si potrà riunire nei tradizionali cortei. “L’emergenza per il Covid-19 ci impone delle regole precise di distanziamento sociale – dice il sindaco di Santa Sofia Daniele Valbonesima non per questo rinunceremo a celebrare una data così importante. Per questo, alle 11,00, deporrò una corona ai caduti durante la guerra di liberazione, a nome dell’Amministrazione, dell’ANPI Santa Sofia e delle Associazioni Combattentistiche”.

La cerimonia, seppur breve e più semplice rispetto al passato, verrà trasmessa anche in diretta Facebook sulla pagina del Comune di Santa Sofia, per dare comunque la possibilità a tutti i cittadini di prendervi parte “a distanza”. Inoltre, l’Amministrazione invita anche tutti i cittadini ad esporre il tricolore italiano alle finestre o ai balconi: “invece di essere tutti riuniti in piazza o lungo il corteo, possiamo essere uniti e celebrare il 25 aprile con questo gesto simbolico”, commenta il sindaco.

Purtroppo, l’emergenza Covid-19 non ha solo annullato il tradizionale corteo: nel 2020, infatti, non si è nemmeno svolto il concorso rivolto dall’ANPI agli alunni dell’Istituto Comprensivo di Santa Sofia, che da tempo sono chiamati a raffigurare con un disegno gli articoli della Costituzione Italiana e, soprattutto, ha costretto l’Amministrazione ad annullare l’evento che si sarebbe dovuto svolgere insieme al Consolato Polacco, per ricordare l’impegno dell’esercito polacco alla Liberazione del nostro paese.

Ogni anno, incontriamo rappresentanti del Consolato Polacco e dell’Associazione famiglie combattenti polacche in Italia – dice l’assessora alla cultura Isabel Guidie nel 2020, per il 75° anniversario della Liberazione, avevamo programmato un evento più ampio, con la partecipazione di un gruppo di reduci combattenti, la banda militare e una delegazione del consolato Generale della Repubblica Polacca. Purtroppo, l’emergenza ci ha costretti ad annullare tutto ma desidero comunque rendere onore ai soldati del Secondo Corpo di armata polacco, caduti durante la Seconda Guerra Mondiale nel territorio di Santa Sofia guidati dal Tenente Colonnello Zbigniew Kiedacz”.

Per ovvi motivi non potremo scendere in piazza, ma oggi più che mai c’è bisogno di lanciare un messaggio di speranza e di unità – dice la presidente Anpi di Santa Sofia Liviana Rossi -. Per questo, anche noi recepiamo e sosteniamo le iniziativa promosse dall’Anpi nazionale e il 25 aprile alle ore 15,00, l’ora in cui ogni anno parte a Milano il grande corteo nazionale, invitiamo caldamente tutti ad esporre dalle finestre, dai balconi il tricolore e ad intonare “Bella ciao”. Saremo comunque insieme e celebreremo la Liberazione, ricordando gli uomini e le donne che hanno dato la vita per renderla possibile”.
Infine, nonostante la situazione di emergenza, verranno comunque deposte corone ai cippi e ai monumenti ai caduti in tutto il territorio comunale, grazie alla collaborazione del Gruppo Alpini Alto Bidente sezione Capitano Dino Bertini.

Articolo di Staff 4live.



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mercoledì 22 aprile 2020

Coronavirus 22 aprile: 4 morti e 9 nuovi contagi nel Forlivese

Tristissimo bollettino giornaliero trasmesso anche oggi dalla Prefettura. Sono 4 i morti col Covid-19 nel Forlivese. I decessi sono avvenuti a Forlì, Forlimpopoli, Bertinoro e Predappio (un 78enne). I morti dovuti al coronavirus passano da 118 a 122.
Crescono i guariti che arrivano a 408 (+56). Tanti guariti registrati (47) del Forlivese (216 il totale) contro i 9 del Cesenate (192). I pazienti positivi al coronavirus in provincia salgono a 1.004 (+12). In giornata si sono registrati nove positivi nel Forlivese (7 a Forlì, 1 a Castrocaro e 1 a Meldola) e 3 a Cesena. I casi (dato che comprende positivi, guariti e deceduti), crescono di 12, da 1.462 a 1.474.

A Forlì i casi sono poco più di 370. Questi i dati degli altri Comuni dell’Unione dei Comuni. A Meldola 57 (8 ricoverati di cui 1 in Terapia Intensiva, 49 in isolamento), Bertinoro 57 (9 ricoverati di cui 1 in terapia intensiva), Forlimpopoli 50, Rocca San Casciano 40 (38 in isolamento domiciliare, 2 ricoverati), Predappio 17, Castrocaro 11, Civitella di Romagna 13 (8 casi positivi e 2 guariti), Dovadola 4, Galeata 2, Portico 3, Premilcuore 2, Santa Sofia e Modigliana 1.

Ancora una volta, l’Amministrazione comunale di Predappio – è il commento del sindaco Roberto Canalideve comunicare il decesso di un nostro concittadino 78enne a causa del coronavirus. La nostra comunità é vicina alla famiglia. Attendiamo con fiducia di uscire presto da questo tunnel anche se resteranno indelebili i dolori legati alla scomparsa dei nostri cari“.
Seguiranno aggiornamenti

Articolo di Staff 4live.



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Savignano, per Unica Reti utile di quasi 2,5 milioni per i Comuni

Savignano sul Rubicone. Unica Reti, la società dei beni idrici e gas della provincia di Forlì e Cesena con sede legale a Savignano, ha approvato all’unanimità il Bilancio Sociale 2019 e la destinazione dei dividendi che ammontano a 2.200.000 euro. L’assemblea dei soci si è svolta a distanza ed era presente il 94,93% del capitale sociale: Livia Tellus per i 15 Comuni Forlivesi, e i Comuni di Cesena, Gambettola, Savignano, Longiano, Roncofreddo, Borghi, Mercato Saraceno, Cesenatico, Gatteo, Montiano. Tra i risultati si segnalano: 20.360.000 euro per nuovi investimenti sul territorio, di cui 9.400.000 per l’Idrico, 2.960.000 per l’ambiente sul territorio forlivese, 8.000.000 per il Gas a Forlì; 4.074.740 euro di valore aggiunto generato nel 2019 a favore di portatori d’interesse locali; 2.473.589 euro il risultato d’esercizio 2019. Con quest’ultimo risultato si portano a 23.353.400 gli utili distribuiti dal 2010 al 2019 e a 25.733.382 quanto distribuito ai soci fra dividendi e riserve nello stesso periodo. Per il futuro il presidente Stefano Bellavista dice che <La grave situazione economica che si sta determinando richiede la programmazione di un’azione straordinaria per il ‘dopo coronavirus’ che, nel brevissimo tempo, possa determinare le condizioni per accelerare e accrescere gli investimenti pubblici nei settori idrico, gas, energia>. Per i prossimi anni, inoltre, <Stiamo guardando con grande interesse alla rete di Illuminazione pubblica quale nuovo asset da amministrare, su cui potere investire con decisione in efficientamento energetico e smarterizzazione dell’intero territorio.  I Comuni, in particolare i più piccoli, ne trarrebbero un elevato beneficio: più innovazione tecnologica, più efficienza energetica, minori costi di bolletta elettrica>.



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PD Forlì: “Aspettando il 25 aprile, omaggio a chi lottò per la libertà d’Italia”

In previsione del 25 aprile, per ricordare chi combatté e chi diede la vita per la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, il Partito Democratico forlivese ha deciso di mobilitarsi per superare l’impossibilità di celebrare pubblicamente, nelle piazze, questo fondamentale anniversario della vita democratica del Paese.
Gli obblighi imposti dal necessario distanziamento sociale purtroppo non permettono di incontrarci davanti ai monumenti dei nostri caduti, ad onorare la loro memoria insieme ai loro compagni di lotta ancora tra noi – afferma il segretario PD Daniele Valbonesi -. Il 25 aprile per noi democratici rappresenta la celebrazione civile più importante, spartiacque tra la fine della dittatura nazifascista e l’inizio di un percorso di rinascita, innanzitutto morale, di un Paese distrutto dalla guerra, dall’odio razziale e politico, e da una visione antiliberale e antidemocratica della società e degli individui. Per questo motivo, oggi più che mai, in questo clima di sofferenza sociale e profonda incertezza nel futuro, dobbiamo ricordare e raccontare ciò che è stato ed ha così radicalmente plasmato l’identità democratica italiana, restituendoci i valori di libertà, uguaglianza, giustizia, promossi e tutelati dalla nostra Costituzione Repubblicana. La memoria della fiducia collettiva che allora consentì di ricostruire una comunità nazionale ridotta in macerie, deve darci la forza per credere nella possibilità di ripartire sempre. E dunque, il PD forlivese ha cercato modi alternativi di celebrare la Liberazione, con il racconto della memoria e in alcuni dei luoghi più significativi per non dimenticare la guerra di liberazione combattuta sul nostro territorio”.

Nei giorni scorsi, Daniele Valbonesi, segretario territoriale, e Sara Samorì, consigliera comunale a Forlì, hanno reso omaggio al Monumento di Biserno (Santa Sofia) in onore dei combattenti dell’Ottava Brigata Garibaldi, alla lapide di piazzetta Don Garbin che riporta i nomi dei civili morti per il bombardamento tedesco del 10 dicembre 1944, e, non ultimi, al Monumento dedicato ai combattenti Sikh di via Ravegnana, al cimitero dove riposano i soldati Alleati caduti sul suolo italiano, e al Sacrario dei Caduti per la Libertà di piazza Saffi (nella foto) in ricordo dei partigiani morti.

Ma non è tutto – aggiunge Valbonesi – da oggi fino a sabato 25 aprile, con la generosa partecipazione di eletti e preziosi amici del PD (solo per citarne alcuni, il partigiano forlivese Sergio Giammarchi e il presidente dell’Anpi Forlì-Cesena Miro Gori), ogni giorno cercheremo di raccontare alcuni dei significati principali di questa festa e degli aspetti che hanno caratterizzato la liberazione dei forlivesi. Tutti i giorni fino al 25 aprile, sui nostri canali social – Facebook: @PDForli / Instagram: pdforli – e su YouTube (PD Forlì) saranno disponibili interventi di nostri sindaci, eletti, compagni di politica, e altri contenuti, con cui vorremmo aiutare i nostri concittadini a sentirsi un po’ meno soli e parte di una comunità solidale e desiderosa di tornare a lavorare e vivere a pieno le nostre città. Poi alle 15,00 sabato 25, spalanchiamo le finestre e cantiamo “Bella Ciao” tutti insieme!” conclude il segretario democratico.

Articolo di Staff 4live.



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Arrivati i finanziamenti per la strada Biserno-Berleta

Nel mese di marzo la Giunta della Regione Emilia-Romagna ha approvato il “Piano degli interventi urgenti relativi agli eventi meteorologici di giugno-agosto 2017; 8–12 dicembre 2017; 2 febbraio–9 marzo 2018; 27 ottobre–5 novembre 2018”, con la conseguente assegnazione di risorse finanziarie. L’approvazione degli interventi riguarda concretamente anche il Comune di Santa Sofia dove, a seguito degli eventi meteorologici del febbraio-marzo 2018, si sono verificati movimenti franosi in più parti della strada comunale Berleta-Biserno, che è stata conseguentemente chiusa al traffico da parte del Comune.
Il piano regionale approvato contiene il finanziamento di 130.000 euro per l’intervento di consolidamento delle parti della strada dove nel 2018 si sono verificati i movimenti franosi, che sarà seguito dal Servizio Area Romagna dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile.

La strada Berleta-Biserno è importante per il Comune di Santa Sofia perché mette in collegamento la vallata di Corniolo con quella di Biserno–Ridracoli. Oltre a rappresentare un eventuale percorso alternativo alla strada provinciale 112 per raggiungere la Diga di Ridracoli, la sua eventuale riapertura andrà anche a vantaggio della fruizione turistica di tutto il territorio.

Visti inoltre il rischio idrogeologico che caratterizza l’area e la conseguente fragilità di tale infrastruttura, diversi anni fa il Comune ha promosso uno studio di fattibilità per un “Progetto di valorizzazione e salvaguardia ambientale relativo all’intervento di ripristino e consolidamento del versante della vallata su cui insiste la strada comunale Biserno – Berleta”. Data la complessità, lo studio di fattibilità è stato redatto con la collaborazione del Servizio Area Romagna, che ha anche individuato alcune indagini finalizzate ad approfondire la conoscenza dei dissesti in evoluzione e il contesto geologico.

In particolare, queste indagini geognostiche preventive, indispensabili per monitorare lo stato della strada e per approfondire e studiare la frana in atto e la caratterizzazione del fondo stradale, avranno un costo di 10.000 euro finanziati da un contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie e lo sport. Al termine delle indagini e dell’intervento di consolidamento sarà possibile riaprire al traffico la strada comunale.

Finalmente riusciamo ad intervenire su una strada comunale che ha una valenza particolare – sottolinea il sindaco di Santa Sofia Daniele Valbonesi -. Si tratta, infatti, di una via che mette in collegamento due vallate, quella di Corniolo e quella di Biserno, entrambe importanti dal punto di vista turistico. È da sottolineare, poi, che questa piccola strada potrebbe rivelarsi utile anche nel caso in cui dovessero esserci interruzioni sulla S.P.4, anche eventualmente per raggiungere la Diga di Ridracoli. In questi tempi difficili, è un altro segnale di attenzione verso la montagna e verso i suoi abitanti”.

Articolo di Staff 4live.



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Santa Sofia, dalla Regione 130mila euro per la strada Berleta-Biserno: "Un segnale d'attenzione verso la montagna"

Santa Sofia, dalla Regione 130mila euro per la strada Berleta-Biserno: "Un segnale d'attenzione verso la montagna"

La Giunta della Regione Emilia-Romagna ha approvato il "Piano degli interventi urgenti relativi agli eventi meteorologici di giugno-agosto 2017; 8-12 dicembre 2017; 2 febbraio-9 marzo 2018; 27 ottobre-5 novembre 2018", finanziando 130mila...

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martedì 21 aprile 2020

Coronavirus 21 aprile: 5 morti, 8 nuovi contagi

Tristissimo bollettino giornaliero trasmesso dalla Prefettura sugli effetti della pandemia del coronavirus nei nostri territori. Cinque vittime e 30 guarigioni, con soli 8 nuovi casi in più e un calo nei pazienti positivi. Con i 5 morti per covid il totale delle vittime sale a 118 (72 del Forlivese, 46 nel Cesenate). I decessi riguardano una 63enne della casa di riposo Zangheri, di un 86enne di Meldola, di 3 persone di Cesena. Nel Forlivese i ricoverati con sintomi sono 90 (11 in Terapia Intensiva e 487 in isolamento domiciliare).

A Forlì i casi sono poco meno di 370. Questi i dati degli altri Comuni dell’Unione dei Comuni. A Meldola 57 (8 ricoverati di cui 1 in Terapia Intensiva, 49 in isolamento), Bertinoro 57 (9 ricoverati di cui 2 in terapia intensiva), Forlimpopoli 50, Rocca San Casciano 40 (38 in isolamento domiciliare, 2 ricoverati), Predappio 17, Castrocaro 11, Civitella di Romagna 13 (8 casi positivi e 2 guariti), Dovadola 4, Galeata 2, Portico 3, Premilcuore 2, Santa Sofia e Modigliana 1.
Seguiranno aggiornamenti

Articolo di Staff 4live.



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Coronavirus, a Santa Sofia volontari in prima linea: "Effettuati circa 250 servizi"

Coronavirus, a Santa Sofia volontari in prima linea: "Effettuati circa 250 servizi"

A Santa Sofia sono tante le associazioni di volontariato e, in questa fase di emergenza, ognuna ha garantito il proprio contributo, in varie forme e in vari ambiti. Un ruolo fondamentale in questo difficile momento è stato ricoperto dai...

via ForlìToday https://ift.tt/3au5bAu https://ift.tt/2XQQpkI April 21, 2020 at 12:51PM

A Santa Sofia volontari in prima linea

A Santa Sofia sono tante le associazioni di volontariato e, in questa fase di emergenza, ognuna ha garantito il proprio contributo, in varie forme e in vari ambiti.
Sicuramente, un ruolo fondamentale in questo difficile momento è stato ricoperto dai volontari in ambito sociale che, da inizio marzo, hanno messo a disposizione il proprio tempo per affiancare il Comune di Santa Sofia nello svolgimento di numerose attività quotidiane, coordinate dall’assessora ai servizi sociali Ilaria Marianini: pensiamo, ad esempio, alla consegna a domicilio di beni di prima necessità, alimenti, medicine e piani terapeutici, o alla distribuzione di mascherine a tutti i residenti del territorio comunale.

In queste settimane – dice l’assessora Ilaria Marianiniabbiamo effettuato circa 250 servizi: dalla consegna della spesa al pagamento delle bollette, grazie ai volontari abbiamo accolto le richieste dei concittadini in difficoltà. Ricordo che da inizio emergenza è attivo il numero di cellulare 320 4309436, a cui rivolgersi per richieste speciali di consegne a domicilio”.

Altri volontari – tra cui molte insegnanti – sono stati di grande aiuto nella fase iniziale dell’emergenza, quando il Comune ha contattato tutti i nuclei familiari per ricordare loro i corretti comportamenti da tenere al fine di limitare la diffusione del Covid–19: “anche in questo caso – sottolinea Marianini – i volontari hanno svolto una duplice funzione. Oltre ad informare, infatti, hanno aperto un contatto con molte famiglie, dimostrando vicinanza anche in un momento i cui i rapporti sociali e interpersonali sono ridotti al minimo. Lo stesso ruolo è stato svolto dagli Uffici Servizi Sociali dell’ASP, dagli assistenti sociali, dalle operatrici della Casa di Risposo San Vincenzo de’ Paoli e del Piccolo Principe: ognuno ha monitorato la situazione dei propri utenti, garantendo una presenza concreta con gli strumenti che possiamo usare ora, ovvero telefono e social”.

In questa fase è stato inevitabile rivedere l’organizzazione dei servizi domiciliari: mentre è stato necessario sospenderne alcuni, parallelamente se ne sono attivati altri, ad esempio tramite la consegna di pasti a domicilio a nuovi utenti. In altri casi, si è trovato il modo di mantenere comunque un legame con i fruitori dei servizi: pensiamo, ad esempio, al Nido “Fiocco di Neve” dove le educatrici hanno attivato un colloquio a distanza con le famiglie e i bambini, mantenendo d’altra parte un contatto con la referente dei servizi e l’amministrazione. Allo stesso modo, Caritas e Gruppo K non hanno perso di vista i propri utenti, monitorando la situazione affinché nessuno rimanesse in una situazione di emergenza.

Tutto questo è stato possibile grazie alla professionalità delle varie parti sociali e alla grande disponibilità dei volontari – evidenzia Marianini -. Queste azioni, sommate ai buoni spesa previsti dal Fondo Solidarietà Alimentare in applicazione dell’ordinanza di Protezione civile n. 658 del 29/03/2020, hanno permesso di venire incontro alle necessità di tanti cittadini. Molto è stato fatto, ma siamo consapevoli che sono ancora tante le situazioni di fragilità. Per questo, ricordo che il comune ha aperto un conto corrente per le donazioni, al quale attingeremo per acquistare ulteriori pacchi alimentari da consegnare alle famiglie in difficoltà che, fino ad oggi, non sono riuscite ad accedere agli aiuti previsti (IBAN: IT53Y0306913298100000300157)”.

Sempre nell’ottica di mantenere un contatto con la popolazione, il sindaco Daniele Valbonesi e la giunta hanno in programma una diretta Facebook, giovedì 23 aprile alle ore 20,30 sulla pagina del Comune di Santa Sofia: un modo per continuare a garantire la propria presenza e per rispondere alle domande e ai chiarimenti dei cittadini.

Articolo di Staff 4live.



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lunedì 20 aprile 2020

Coronavirus 20 aprile: un decesso a Forlì e 15 nuovi contagi in provincia

Il bollettino giornaliero diramato dalla Prefettura registra un decesso a Forlì (due se si considera la Provincia) e 15 nuovi contagi sempre in ambito provinciale (6 a Forlì e a Cesena, 2 a Cesenatico e 1 a Savignano).

La vittima del Covid-19 di Forlì è un 76enne della casa di riposo Zangheri. L’altro decesso invece è stato registrato nel Cesenate. Con loro il totale dei decessi arriva a 113 in provincia. A Forlì i positivi passano dunque da 368 a 374.

A Forlì i casi sono poco più di 370. Questi i dati degli altri Comuni dell’Unione dei Comuni. A Meldola 57 (8 ricoverati di cui 1 in Terapia Intensiva, 49 in isolamento), Bertinoro 57 (9 ricoverati di cui 2 in terapia intensiva), Forlimpopoli 50, Rocca San Casciano 40 (38 in isolamento domiciliare, 2 ricoverati), Predappio 17, Castrocaro 11, Civitella di Romagna 13 (8 casi positivi e 2 guariti), Dovadola 4, Galeata 2, Portico 3, Premilcuore 2, Santa Sofia e Modigliana 1.
Seguiranno aggiornamenti

Articolo di Staff 4live.



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Anche la scuola di musica Roveroni di Santa Sofia regolarizza l’attività didattica a distanza

Anche la scuola di musica Roveroni di Santa Sofia regolarizza l’attività didattica a distanza

Dopo l’inevitabile periodo di assestamento del mese di marzo, la Scuola di musica Roveronidi Santa Sofia ha regolarizzato l’attività didattica a distanza, con un’adesione pari circa al 70-80% dell’utenza iscritta...

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domenica 19 aprile 2020

Coronavirus 19 aprile: nessun decesso e 8 nuovi casi nel Forlivese

I dati trasmessi dalla Prefettura del 19 aprile hanno una versione double face. Se li si analizzano guardando “il fronte” Forlivese oggi sono assolutamente confortanti: nessun decesso e solo 8 nuovi casi di coronavirus. Se però li si leggono a livello provinciale sono assolutamente drammatici: tre i morti “per” o “con” coronavirus (questa differenza anche a livello nazionale lo si scoprirà successivamente Ndr) nel Cesenate.

In totale i decessi dovuti al covis-19 a Forlì-Cesena salgono a 111. I casi di positività al virus (dato che comprende positivi, deceduti e guarigioni) sono 1.439 unità (+12), 819 (erano 811) nel Forlivese, 620 (erano 616) nel Cesenate. Ottimo il dato dei pazienti dimessi (24 casi): in provincia si arriva a 304 (157 sono nel Forlivese, 147 nel Cesenate). Nel Forlivese i ricoverati sono 90 (11 in Terapia Intensiva), con 492 persone in cura a casa.

A Forlì i casi sono poco più di 370. Questi i dati degli altri Comuni dell’Unione dei Comuni. A Meldola 57 (8 ricoverati di cui 1 in Terapia Intensiva, 49 in isolamento), Bertinoro 57 (9 ricoverati di cui 2 in terapia intensiva), Forlimpopoli 50, Rocca San Casciano 41 (38 in isolamento domiciliare, 3 ricoverati), Predappio 17, Castrocaro 11, Civitella di Romagna 13 (8 casi positivi e 2 guariti), Dovadola 4, Galeata 2, Portico 3, Premilcuore 2, Santa Sofia e Modigliana 1.
Seguiranno aggiornamenti

Articolo di Staff 4live.



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sabato 18 aprile 2020

Coronavirus 18 aprile: nel Forlivese due morti e 16 contagi

Sono due le vittime del covid-19 nel Forlivese: una 87enne di Forlì e una 89enne della Casa di Riposo Artusi di Forlimpopoli. Cesena ne registra due così il totale provinciale è di 4. Questo il bollettino giornaliero trasmesso oggi.
In totale i decessi nella provincia di Forlì-Cesena arrivano a 108. I casi di coronavirus (che comprendono positivi, guariti e decessi salgoni a 1.427 (+16 tutti del Forlivese), 811 nel Forlivese, 616 nel Cesenate. 
I pazienti guariti crescono di 33 diventando così 280. Nel Forlivese i ricoverati sono 99 (12 in Terapia Intensiva), con 492 in quarantena domiciliare e 591 positivi.

A Forlì i casi sono poco più di 370. Questi i dati degli altri Comuni dell’Unione dei Comuni. A Meldola 57 (8 ricoverati di cui 1 in Terapia Intensiva, 49 in isolamento), Bertinoro 57 (9 ricoverati di cui 2 in terapia intensiva), Forlimpopoli 50, Rocca San Casciano 41 (38 in isolamento domiciliare, 3 ricoverati), Predappio 17, Castrocaro 11, Civitella di Romagna 10 (8 casi positivi e 2 guariti), Dovadola 4, Galeata 2, Portico 3, Premilcuore 2, Santa Sofia e Modigliana 1.
Seguiranno aggiornamenti

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Santa Sofia, test sierologici agli operatori: Il Covid non è entrato nella casa di riposo

Santa Sofia, test sierologici agli operatori: Il Covid non è entrato nella casa di riposo

A Santa Sofia, proseguono le azioni mirate a limitare la diffusione del Covid – 19 e, oltre alle restrizioni come da normative nazionali, si sta procedendo anche ad uno screening rivolto agli operatori sanitari e sociosanitari esposti al...

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Eseguiti test sierologici agli operatori della San Vincenzo de’ Paoli

A Santa Sofia, proseguono le azioni mirate a limitare la diffusione del Covid–19 e, oltre alle restrizioni come da normative nazionali, si sta procedendo anche ad uno screening rivolto agli operatori sanitari e sociosanitari esposti al rischio Covid–19.
Dopo il tampone eseguito dall’Ausl al personale dell’Ospedale Nefetti di Santa Sofia, questa volta l’attenzione si è concentrata sulla Casa di Riposo e Comunità Alloggio San Vincenzo de’ Paoli. Tutti gli operatori, OSS (Operatori Socio Sanitari Ndr) e infermieri che operano nella struttura santasofiese sono stati sottoposti allo screening sierologico veloce per la ricerca del Covid–19: in sostanza si tratta di un test rapido che, tramite il prelievo di una piccola quantità di sangue capillare, permette di identificare la presenza di anticorpi Igg e Igm, presenti appunto negli individui che hanno contratto il virus.

A seguito di questo prelievo rapido, che in soli 15 minuti permette di avere una risposta, è possibile eseguire ulteriori accertamenti in base alle necessità: un prelievo ematico venoso e il tampone nasofaringeo, che garantiscono ulteriori dettagli sulla situazione dell’individuo.
Alla San Vincenzo de’ Paoli sono stati effettuati in totale 55 test, a tutto il personale che opera in struttura – dice il sindaco di Santa Sofia Daniele Valbonesi -. Fortunatamente, alla fine del test non si sono riscontrati casi di positività al Covid-19 ma, nonostante questo, da lunedì abbiamo in programma alcuni momenti di formazione rivolti al personale della Casa di Riposo e della Comunità Alloggio, finalizzati a fornire le corrette indicazioni sulle norme comportamentali e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Gli incontri si terranno in collaborazione con l’Ausl e vedranno la presenza di medici del Servizio di Rischio Infettivo ambito di Forlì”.

Anche se a Santa Sofia abbiamo fortunatamente riscontrato pochi casi positivi, l’invito a tutti i cittadini è di non abbassare la guardia – ribadisce l’assessora alla sanità Ilaria Marianini -. Case di riposo, ospedali e comunità alloggio sono sicuramente i luoghi a cui dobbiamo riservare particolare attenzione: ricordo che, attualmente, abbiamo alla San Vincenzo de’ Paoli 60 ospiti, vogliamo tutelare la loro incolumità e quella di tutto il personale che lavora in struttura. L’intero iter dello screening si è svolto nel più breve tempo possibile e a tale proposito, desidero ringraziare gli operatori dell’Ospedale Nefetti di Santa Sofia e in particolare Susanna Mengozzi responsabile organizzativa di struttura dello Stabilimento Ospedaliero di Santa Sofia e responsabile della gestione dip. Verticali di Ambito Forlì, Direzione infermieristica e tecnica – Ambito di Forlì”.

Articolo di Staff 4live.



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Santa Sofia, test sierologici alla San Vincenzo De’ Paoli

SANTA SOFIA. Proseguono le azioni mirate a limitare la diffusione del Covid – 19 e, oltre alle restrizioni come da normative nazionali, si sta procedendo anche ad uno screening rivolto agli operatori sanitari e sociosanitari esposti al rischio Covid – 19. Dopo il tampone eseguito da AUSL al personale dell’Ospedale Nefetti di Santa Sofia, questa volta l’attenzione si è concentrata sulla Casa di Riposo e Comunità Alloggio San Vincenzo de’ Paoli. Tutti gli operatori, OSS e infermieri che operano nella struttura santasofiese sono stati sottoposti allo screening sierologico veloce per la ricerca del Covid – 19: in sostanza si tratta di un test rapido che, tramite il prelievo di una piccola quantità di sangue capillare, permette di identificare la presenza di anticorpi Igg e Igm, presenti appunto negli individui che hanno contratto il virus. A seguito di questo prelievo rapido, che in soli 15 minuti permette di avere una risposta, è possibile eseguire ulteriori accertamenti in base alle necessità: un prelievo ematico venoso e il tampone nasofaringeo, che garantiscono ulteriori dettagli sulla situazione dell’individuo. “Alla San Vincenzo de’ Paoli sono stati effettuati in totale 55 test, a tutto il personale che opera in struttura – dice il Sindaco di Santa Sofia Daniele Valbonesi -. Fortunatamente, alla fine del test non si sono riscontrati casi di positività al Covid -19 ma, nonostante questo, da lunedì abbiamo in programma alcuni momenti di formazione rivolti al personale della Casa di Riposo e della Comunità Alloggio, finalizzati a fornire le corrette indicazioni sulle norme comportamentali e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Gli incontri si terranno in collaborazione con AUSL e vedranno la presenza di medici del Servizio di Rischio Infettivo ambito di Forlì.”



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venerdì 17 aprile 2020

Coronavirus 17 aprile: 5 morti nel Forlivese, 25 nuovi contagi in provincia

Dopo la bella notizia di ieri (nessun decesso per covid19) purtroppo c’è un venerdì 17 nerissimo per i nostri territori. La Prefettura ha diramato il quotidiano bollettino segnalando che nel Forlivese sono stati infatti 5 i decessi: tutti ultraottantenni (2 a Forlì, 2 a Rocca San Casciano, 1 a Predappio) che se si aggiungono anche i 2 di Cesena. Si arriva così a 7 morti in Provincia. Il totale dei decessi in provincia passa a 104. Le guarigioni sono 16 (totale a 247). Nel Forlivese i ricoverati sono 101, con 504 persone in quarantena domiciliare. In totale i ricoverati in provincia sono 160 (ieri erano 164). Complessivamente i casi (positivi, guarigioni e decessi) passano a 1.411 (+25). A Forlì i ricoverati sono 67, con 300 persone in quarantena domiciliare.

A Forlì i casi sono poco più di 360. Questi i dati degli altri Comuni dell’Unione dei Comuni. A Meldola 57 (8 ricoverati di cui 1 in Terapia Intensiva, 49 in isolamento), Bertinoro 57 (9 ricoverati di cui 2 in terapia intensiva), Forlimpopoli 50, Rocca San Casciano 41 (38 in isolamento domiciliare, 3 ricoverati), Predappio 17, Castrocaro 11, Civitella di Romagna 10 (8 casi positivi e 2 guariti), Dovadola 4, Galeata 2, Portico 3, Premilcuore 2, Santa Sofia e Modigliana 1.
Seguiranno aggiornamenti.

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Albo Sansovini “Dick”: giovane combattente per la libertà. Il Ronco Lido porta il suo nome

In attesa del 25 aprile, festa della Liberazione, si propone oggi una riflessione sull’importanza della salvaguardia della natura. Lo si fa a partire dall’intitolazione del Polisportivo del Ronco ad Albo Sansovini, un giovane combattente per la libertà.

Il Ronco Lido
Il Sito di Importanza Comunitaria (SIC) Meandri del Fiume Ronco inizia dal Ronco Lido, a ridosso della via Emilia e si estende lungo il corso d’acqua, su entrambe le sponde, fin verso Meldola e viceversa. Nel punto di partenza che viene considerato è presente uno storico parco, da diversi anni in condizioni di degrado, e un polisportivo, di proprietà del Comune di Forlì, intitolato al giovane partigiano Albo Sansovini, ucciso nel 1945, in gran parte abbandonato ad eccezione di un campo da calcio e di uno per gli allenamenti. Non sarà oggetto di questo testo capire il perché della situazione alquanto critica che sta attraversando uno degli impianti e delle aree verdi un tempo più frequentate del nostro territorio. In questo caso ci si prefigge di far capire l’importanza di tutta la zona SIC dal punto di vista naturalistico ed ecologico e il benessere che crea e che potrebbe ulteriormente generare a partire da una lapide, collocata nel 1978 al Ronco Lido, per ricordare con questo testo: “Il 26 giugno 1944 a soli 19 anni veniva fucilato dai nazifascisti a Bologna Albo Sansovini – Dik – valoroso combattente per la libertà d’Italia. Nel 34° anniversario del suo sacrificio l’A.N.P.I. e la popolazione del Ronco pongono questa lapide ad intestazione del Centro Sportivo affinché i giovani affinando il corpo nella pratica sportiva ricordino che altri giovani in altri tempi offrirono la loro libertà per la Pace la Giustizia la Libertà”. 
Siccome siamo a ridosso dell’anniversario della Liberazione giova sottolineare che ai nostri giorni perseguire la pace, la giustizia e la libertà significa salvaguardare la democrazia, ma anche la natura e valorizzare ambiti come quello dei Meandri del Fiume Ronco. Ovviamente andrebbe data ai giovani e alla cittadinanza la possibilità, di ritornare a frequentare tutta l’area sportiva e il parco.

I meandri del Fiume Ronco
Il sito si sviluppa intorno al tratto pedecollinare meandriforme, come si legge sulla scheda pubblicata nell’ottimo sito della Regione Emilia-Romagna, che ha il suo punto centrale all’altezza di Carpena e Selbagnone, presso Forlimpopoli, da Para a monte fino alla confluenza dell’Ausa Nuova a valle, in corrispondenza di quell’area inselvatichita di vecchie cave di ghiaia e sabbia e bacini derivati, nota e istituita dal 1984 come Oasi faunistica di Magliano. L’ambiente di alta pianura circostante, fortemente antropizzato, è caratterizzato da terreni agricoli, prevalentemente da frutteti, vigneti e seminativi. Il corso fluviale, la presenza di alcuni bacini tra cui il principale con fredde acque di falda, spazi in abbandono e margini a gestione sostenibile per scopi ricreativi rendono il contesto ecologicamente interessante.
L’importanza fondamentale dell’area, come viene rimarcato sul sito regionale, risiede nel ruolo di corridoio ecologico di tipo ripariale che l’area svolge nell’ambito della rete naturalistica di collegamento tra Appennino e pianura romagnola, analogamente a quanto accade per i vicini siti di Scardavilla e Ladino (più forestali, soprattutto il primo). Corpi d’acqua corrente e stagnante (15%), boscaglie (10%) e boschi di tipo ripariale (25%), con salici, pioppi e ontani e vegetazione palustre più qualche elemento di foresta più asciutta ricoprono complessivamente circa la metà della superficie del sito in un mosaico abbastanza variato che ospita in particolare presenze faunistiche di pregio. Un habitat di interesse comunitario – boschi ripariali di pioppi e salici – copre quasi il 20% della superficie del sito. In misura minore, si riscontrano ulteriori sette tipi di habitat, quattro acquatici (uno di acque correnti) e tre di tipo erbaceo.
Per la descrizione della flora e della fauna presente, nonché della loro importanza, si rimanda al sito più volte citato.
Se si conviene sul valore di questa zona dobbiamo fare nostre le parole della lapide per fare in modo che i giovani non solo affinino “il corpo nella pratica sportiva” ma lavorino per la promozione di un luogo come quello in questione e giustamente “ricordino che altri giovani in altri tempi offrirono la loro libertà per la Pace la Giustizia la Libertà”.

Albo SansoviniDick
Come si vuole fare aggiungendo che Sansovini Albo, «Dick», di Francesco, nacque il 3 gennaio 1925 a Forlì, nella frazione di Villa Ronco ed era un operaio. Dopo l’8 settembre 1943 entrò in contatto con i primi gruppi partigiani che si stavano formando sulle nostre colline e successivamente si unì alla Brigata Garibaldi Romagnola comandata da «Libero» (Riccardo Fedel). Nel gennaio 1944 partecipò insieme ad altri ad un trasporto di un carico di armi dalla zona di Pieve di Rivoschio verso Santa Sofia, ma per una serie di condotte imprudenti il gruppo di partigiani si scontrò con un reparto fascista e le armi andarono perdute. Sansovini, dopo questo episodio, venne spostato in pianura, ma è pure probabile che egli stesso decise di lasciare la formazione partigiana per entrare a fare parte di un Gruppo di Azione Patriottica del cesenate, con cui partecipò la sera del 22 gennaio 1944 all’attentato contro il vice segretario del Fascio di Cesena, Pier Francesco Moreschini, rimanendo però ferito e in seguito catturato.
Nello stesso pomeriggio alcuni fascisti avevano ucciso Mario Guidazzi, nato a Cesena il 20 febbraio 1897, antifascista, appartenente a una famiglia repubblicana. Dopo essere stato licenziato dalla BNL per non avere la tessera fascista, Guidazzi lavorava come direttore della CAFIOC a Ferrara. Il 22 gennaio 1944, tornando dal lavoro e per recarsi più in fretta dalla moglie (l’abitazione era in corso Comandini), incinta all’ottavo mese, sebbene sconsigliato, imboccò il vicolo della stazione, sbucando in corso Cavour proprio mentre passava un corteo fascista che andava a prelevare dall’adiacente ospedale la salma di Ivo Piccinini (un milite ferito da un GAP la sera del 18 gennaio e morto il 21 successivo) per celebrarne il funerale. Guidazzi, riconosciuto come cognato di Cino Macrelli, all’epoca tra i maggiori esponenti dell’antifascismo cittadino, fu prima minacciato e picchiato da militi del battaglione Guardia del Duce e infine ucciso con un colpo di pistola. Oltre alla moglie lasciava due figlie; il terzo sarebbe nato due giorni dopo.
Albo Sansovini, secondo la fonte del registro matricola del carcere bolognese, dove poi verrà trasferito, fu arrestato a Casola Valsenio il 15 aprile 1944. Detenuto inizialmente nel carcere di Forlì, il 5 giugno entrò a San Giovanni in Monte, con matricola 10938, per ordine e a disposizione del «comando tedesco SS», ovvero della Sipo-SD dell’Aussenkommando Bologna. Con lui arrivarono al carcere bolognese altri partigiani romagnoli, tra i quali anche Edo Bertaccini e Walter Ghelfi che rimarranno poi coinvolti nell’eccidio di Cibeno di Carpi.
Bertaccini Edo, nato a Forlì il 22 gennaio 1924, residente nella frazione forlivese di Coriano, stava svolgendo il servizio militare come aviere al momento dell’armistizio. Sin dall’ottobre del 1943 partecipò alla organizzazione delle formazioni partigiane di montagna e divenne comandante della Settima compagnia aggregata alla brigata “Romagna”. Durante il grande rastrellamento d’aprile nelle colline romagnole la sua compagnia si sciolse e Bertaccini cercò di raggiungere la pianura. Dopo uno scontro a fuoco rimase ferito, fu catturato il 4 aprile 1944 alla Fratta, presso Meldola, e inizialmente incarcerato a Forlì, da dove poi è trasferito a Fossoli.
Invece Ghelfi Walter, nato il 3 agosto 1922 a Rimini, che aveva aderito presto alla Resistenza militando nella 8° Brigata, dove divenne commissario politico di compagnia fu catturato direttamente durante il rastrellamento.

L’eccidio del poligono di tiro di Cibeno
L’eccidio di Cibeno fu una strage compiuta dalle SS il 12 luglio 1944 presso il poligono di tiro di Cibeno, una frazione – oggi quartiere – di Carpi, in cui morirono 67 persone già recluse nel Campo di Fossoli. È stato definito come “l’atto più efferato commesso nell’Italia occupata dalle SS su persone internate in un campo di concentramento”.
Albo Sansovini sarà invece prelevato il 26 giugno insieme ad altri quattro partigiani modenesi (Giancarlo Campioli, Carlo Ferrari, Aldo Giberti e Bruno Prandini) per essere fucilato nello stesso poligono in una rappresaglia decisa dal comando di polizia tedesco in risposta ad un attentato che nei pressi di Carpi aveva danneggiato la linea ferroviaria per il Brennero (le motivazioni dell’orribile strage non sono mai state chiarite in modo compiuto ndr). Altri 6 partigiani erano stati fucilati a Carpi. Sul registro-matricola risulta semplicemente un rilascio per consegna ad «agente tedesco».

Articolo di Gabriele Zelli.



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