Oggi il braccio di ferro in atto tra il Comune di Galeata e Donatella Campini è stato oggetto di una conferenza stampa, voluta dalla stessa cittadina galeatese, da tempo, ormai, tenacemente contraria alla realizzazione del nuovo ponte/passerella ciclabile sul Fosso Mercatale che palesemente viola i suoi concreti, documentati diritti di proprietà.
La conferenza stampa è stata condotta da Franco D’Emilio, al quale la Sig.ra Campini ha attribuito la funzione di proprio portavoce.
Questo incontro con giornalisti e comunicatori ha voluto innanzitutto ribadire tre importanti, gravi motivi di opposizione della signora Campini: la violazione dei personali diritti di proprietà; il crescente disagio per una situazione che pregiudica la tutela della propria privacy e della propria sicurezza personale; infine, la denuncia come l’attività del Comune di Galeata contro la propria persona e i propri legittimi interessi sia discutibile sotto un duplice aspetto:
a) esercizio da parte dell’Amministrazione Comunale in carica, quindi dell’attuale sindaca, di una potestà amministrativa autoritaria, fuori dal dialogo e dalla verifica appieno della situazione che ha determinato l’aspro contenzioso con la signora Campini;
b) la totale indifferenza delle forze d’opposizione, presenti nel Consiglio Comunale di Galeata, su questo scontro tra Comune e cittadini, in questo caso la signora Campini e sua figlia Hannika, scontro che sempre dovrebbe significare una difficoltà per amministratori che vogliano operare all’insegna dell’intesa e della concordia con i loro amministrati.
Si è passati, dunque, all’esame dei punti fondamentali sui quali si basa l’avversione della Sig.ra Campini alla realizzazione del nuovo ponte sul Fosso Mercatale:
via Mercatale, la stessa strada che, oggi, il Comune vorrebbe ripristinare di uso pubblico nel tratto antistante alla proprietà Campini per accedere al nuovo ponte/passerella, una volta conduceva ad un vecchio ponte, andato distrutto nel 1944 per eventi bellici, e solo fino ad allora la via fu di utilità pubblica; infatti, nella seconda metà degli anni ‘40, considerato che, nel frattempo, era stata realizzata una nuova strada a superamento del Fosso Mercatale, il Comune di Galeata operò un aggiornamento catastale ovvero la vecchia via Mercatale, ormai in disuso pubblico, fu frazionata e, così frazionata, ceduta a privati ovvero ai residenti in zona tanto da pervenire come proprietà privata, compresa nei complessivi beni in loco della signora Campini;
a correre, quindi, dal 1949 il tratto in questione di via Mercatale non è più strada pubblica, ma privata per l’accesso a proprietà private; ciò è confermato da perizie tecniche con allegata opportuna documentazione catastale, tra le quali quella, ad esempio, dello Studio Tecnico dell’ingegnere Stefano Fabbri di Forlì; dette perizie trovano conferma in rogiti, quali, ad esempio, una compravendita del 1970 ove tale Mario Fabbri, parente della Campini, acquista terreni, indicati nel foglio 40 del Comune di Galeata come particelle 41, 50, 51 e 52, tutte comprensive anche della superficie della vecchia via Mercatale, non più di uso pubblico perché strada di proprietà privata;
invece, oggi, il Comune di Galeata rivendica l’uso pubblico di questo tratto di via Mercatale sulla base dei dati catastali, precedenti alla distruzione del vecchio ponte, quindi al successivo frazionamento e alla successiva cessione a privati della strada stessa: si tratta di un trascorso catasto, impiantato nella seconda metà degli anni ‘20 e aggiornato sino agli anno ‘30; erroneamente, dunque, il Comune di Galeata resuscita l’uso pubblico della vecchia via Mercatale per garantirsi l’accesso al nuovo ponte/passerella in costruzione sull’omonimo fosso a neppure due metri di distanza dall’abitazione della Campini;
inoltre, la pretesa del Comune di Galeata di realizzare il nuovo ponte a stretto ridosso dell’abitazione Campini, violando i dimostrati diritti di proprietà della medesima residente, contrasterebbe, comunque, pure con le odierne norme, vigenti in materia urbanistica: sino agli anni ‘40 via Mercatale in direzione del vecchio ponte, distrutto dalla guerra, attraversava solo terreni agricoli, privi di case, oggi la presenza dell’abitazione Campini impone che una strada, tanto più di uso pubblico, sia ad una distanza minima di 10 metri da civili abitazioni; tale limite non risulterebbe quindi rispettato.
Se, poi, si volesse avanzare uno stato di urgenza e necessità a giustificazione del ripristino forzoso, pure a mezzo esproprio, dell’uso pubblico del tratto in questione di via Mercatale, si obbietta che tale condizione non sussiste per le seguenti considerazioni:
esistono oggi ben tre diversi percorsi alternativi ad uso pubblico perché pedoni e mezzi possano raggiungere zone oltre il Fosso Mercatale, compresa l’area archeologica;
nonostante il suo attuale agevole raggiungimento l’area archeologica è in uno stato di tale incuria e abbandono da non giustificarsi neppure lontanamente la necessità di una nuova direttrice d’accesso attraverso il costruendo ponte/passerella.
Il Comune di Galeata ha ricevuto 700mila euro dai fondi europei per la realizzazione-sistemazione di un percorso archeologico, ma finora solo circa 200mila sono stati posti in spesa per l’infrastruttura del nuovo ponte/passerella, fra l’altro fuori dall’elaborazione e conoscenza del progetto complessivo di valorizzazione dell’area archeologica; non sussiste neppure la necessità, tanto meno l’urgenza che il nuovo ponte in costruzione recuperi la memoria storica di quello andato distrutto nel 1944: il compito delle istituzioni è quello di tutelare, conservare e recuperare la memoria storica, sempre in modo opportuno e plausibile, ma non di ricostruirla in modo strumentale e inopportuno, magari anche violando diritti di proprietà altrui, come nel caso della Campini;
il recupero dell’uso pubblico di via Mercatale, ora proprietà privata, per l’accesso al nuovo ponte/passerella non è minimamente giustificabile come transito della cosiddetta “Via dei Romei”, antico percorso dei pellegrini in viaggio verso Roma: non vi è alcuna fonte storica che indichi Gaeata e Santa Sofia come località di transito diretto dei pellegrini romei; lo stesso mons. Domenico Mambrini nella sua opera “Galeata nella storia e nell’arte” conferma tale evidenza, ammettendo solo che il territorio di Galeata abbia accolto strutture conventuali di ospitalità e cura, possibili mete di pellegrini informati, per loro scelta devianti dal percorso ufficiale.
Intanto, pur nell’ambito del contenzioso con il Comune di Galeata, la signora Campini ha sempre dato ampia disponibilità per reperire una soluzione alternativa che, ancora sui propri terreni, risolvesse al meglio la controversia in atto. Il Comune di Galeata ha opposto solo un intransigente rifiuto. La signora Campini attende il prossimo pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale sul proprio ricorso in atto contro il Comune.
Impossibile dimenticare come l’11 settembre 2018 la disperazione per la violazione dei suoi diritti abbia indotto la signora Campini ad incatenarsi al cancello di accesso alla propria proprietà per opporsi agli uomini e ai mezzi, inviati dal Comune per iniziare i lavori di realizzazione del nuovo ponte: lavori, fra l’altro, mai comunicati alla stessa interessata.
Articolo di Staff 4live.
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