lunedì 30 novembre 2020

Santa Sofia, "A Natale fai un regalo al tuo paese": una lotteria per sostenere l'economia locale

Santa Sofia, "A Natale fai un regalo al tuo paese": una lotteria per sostenere l'economia locale

A Santa Sofia, con l'avvicinarsi delle festività natalizie e in questa particolare condizione di difficoltà economica, Pro Loco e Amministrazione hanno pensato ad una iniziativa che potesse coinvolgere cittadini e negozianti e...

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sabato 28 novembre 2020

Coronavirus, quinta vittima a Santa Sofia: muore una donna di 91 anni

Coronavirus, quinta vittima a Santa Sofia: muore una donna di 91 anni

Santa Sofia piange un'altra vittima del covid-19, la quinta dall'inizio della pandemia. Si tratta di una donna di 91 anni. A darne la notizia il sindaco Daniele Valbonesi. I nuovi contagiati sono cinque, quattro dei quali da contatti...

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Perde il controllo dell'auto e si ribalta: nuovo incidente sulla "Bidentina" - LE FOTO

Perde il controllo dell'auto e si ribalta: nuovo incidente sulla "Bidentina" - LE FOTO

Incidente stradale sabato sera sulla provinciale 4 "Bidentina", a Cusercoli. Per cause ancora in corso di accertamento da parte dei Carabinieri un uomo sulla sessantina procedeva con direzione Santa Sofia-Forlì quando ha perso il...

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lunedì 23 novembre 2020

Santa Sofia, fu interessata da una frana: partiti i lavori sulla "Biserno-Berleta"

Santa Sofia, fu interessata da una frana: partiti i lavori sulla "Biserno-Berleta"

Nel mese di novembre hanno avuto inizio i lavori di consolidamento del versante franoso lungo la strada comunale Biserno-Berleta, con la finalità di salvaguardare i due tratti della strada interessati da movimenti franosi che hanno occupato...

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domenica 22 novembre 2020

Apertura di una nuova farmacia a San Colombano

Lunedì 23 novembre, aprirà al pubblico la nuova farmacia di San Colombano. Alberto Cavenago sarà pronto ad accogliere i clienti con il proprio staff nei nuovi locali della farmacia situata nella frazione di San Colombano sulla Strada Provinciale 4 “Bidentina” (lato destro direzione Santa Sofia).

Il sindaco di Meldola Roberto Cavallucci nel porgere i migliori auguri di buon lavoro ad Alberto Cavenago, ha ricordato, in occasione del taglio del nastro inaugurale, l’importante ruolo delle farmacie come servizio essenziale per la cura e la tutela della salute dei cittadini. Ha inoltre espresso la soddisfazione dell’Amministrazione Comunale per questa nuova apertura che permetterà all’abitato di San Colombano di usufruire di un servizio importante quale è la farmacia.

Articolo di Staff 4live.



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sabato 21 novembre 2020

Santa Sofia piange la terza vittima in pochi giorni: era ospite della casa di riposo

Santa Sofia piange la terza vittima in pochi giorni: era ospite della casa di riposo

Santa Sofia piange la terza vittima in cinque giorni da covid-19. Si tratta di una 85enne, ospite della casa di riposo "San Vincenzo De Paoli". "E' un sabato triste e il saluto va ai familiari ai quali la comunità si...

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giovedì 19 novembre 2020

Coronavirus, giovedì nero: tre morti nel Forlivese. Crescono i contagiati alla casa di riposo di Santa Sofia

Coronavirus, giovedì nero: tre morti nel Forlivese. Crescono i contagiati alla casa di riposo di Santa Sofia

Sono tre le vittime da covid-19 nel Forlivese. Si tratta di un 84enne di Forlì e di una 88enne di Dovadola, che si trovavano ricoverati all'ospedale "Morgagni-Pierantoni" di Forlì, e di un 67enne di Forlì, che si...

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Tamponi a tappeto nello stabilimento Amadori di Santa Sofia: emergono 14 positivi su 600 controlli

Tamponi a tappeto nello stabilimento Amadori di Santa Sofia: emergono 14 positivi su 600 controlli

Diversi casi di positività al Covid nello stabilimento Avicoop Amadori di Santa Sofia, l'ex "Pollo del Campo". Anche nello stabilimento dell'alta valle del Bidente, come d'altra parte in molti altri siti produttivi&nbsp...

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Da Bagno di Romagna a Santa Sofia: nuovo asfalto per la Provinciale del Carnaio

Da Bagno di Romagna a Santa Sofia: nuovo asfalto per la Provinciale del Carnaio

Nuovo asfalto per la Provinciale 26 del Carnaio, l'arteria che collega Santa Sofia a San Piero in Bagno, la valle del Bidente a quella del Savio. "In questi giorni - spiega il sindaco bidentino, Daniele Valbonesi - sono stati eseguiti...

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mercoledì 18 novembre 2020

Coronavirus, Santa Sofia piange un'altra vittima: è la seconda in pochi giorni

Coronavirus, Santa Sofia piange un'altra vittima: è la seconda in pochi giorni

A Santa Sofia un nuovo decesso per covid-19. Lo ha comunicato il sindaco Daniele Valbonesi nel consueto aggiornamento video pubblicato sulla pagina Facebook del Comune. Si tratta della seconda vittima in pochi giorni dopo la morte di una 86enne. I...

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Santa Sofia, adattato alle nuove norme anti-covid: confermato il mercato del giovedì

Santa Sofia, adattato alle nuove norme anti-covid: confermato il mercato del giovedì

Come di consueto, giovedì mattina si svolgerà il mercato ambulante a Santa Sofia, in piazza Matteotti. Tuttavia, per rispettare l’ordinanza regionale firmata dal governatore Stefano Bonaccini e l’ordinanza del Ministero...

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sabato 14 novembre 2020

A Santa Sofia la biblioteca si fa 'virtuale' e porta i libri a domicilio

A Santa Sofia la biblioteca si fa 'virtuale' e porta i libri a domicilio

A Santa Sofia, la Biblioteca Comunale “Luciano Foglietta” propone nuovi servizi ai propri iscritti. A seguito del dpcm in vigore fino al prossimo 3 dicembre, infatti, la Biblioteca Comunale è chiusa al pubblico ma ha deciso di...

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venerdì 13 novembre 2020

Attivato alla Fiera il terzo punto “drive through” per i tamponi Covid-19

A partire da sabato 14 novembre l’Igiene Pubblica forlivese attiverà il terzo punto “drive through” per effettuare i tamponi Covid-19 alla Fiera di Forlì in via Punta di Ferro 2. Si tratta del secondo “drive” allestito negli spazi concessi dal Comune di Forlì presso i locali della Fiera. Sarà destinato all’accesso “diretto” degli utenti, sempre muniti di ricetta del medico o del pediatra di famiglia e sarà operativo tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, dalle ore 8,45 alle 13,00.

Il primo “drive” invece, già presente in Fiera nello spazio della biglietteria, continuerà ad effettuare tamponi tutti giorni, per gli utenti prenotati, dalle 8,45 fino a tardo pomeriggio. Gli ampi spazi per l’arrivo e il movimento delle auto ed il nuovo punto, permetteranno il corretto proseguimento di questa attività, che consente una maggiore efficienza e rapidità nell’esecuzione dei tamponi. Un terzo drive è infine operativo, da qualche tempo ,a Santa Sofia, in piazzale Carlo Marx.

Vogliamo ringraziare il Comune di Forlì – spiegano gli operatori dell’Igiene Pubblica, che gestiscono tutti i drive through del comprensorio forlivese – per aver concesso nuovi spazi per l’allestimento del drive e l’Ufficio tecnico dell’Ausl Romagna per la grande disponibilità dimostrata“.

Articolo di Staff 4live.



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giovedì 12 novembre 2020

Le meraviglie della natura: due peri Volpini centenari

In altre occasioni ho preso in considerazione alberi molto antichi del nostro territorio e anche questa volta parlerò di due piante di pero Volpino che, secondo alcune testimonianze, hanno oltre 100 anni di vita. L’occasione mi spinge anche a ricordare che una ricerca della Regione Emilia-Romagna, effettuata in collaborazione con l’Associazione “Patriarchi della Natura in Italia”, ha portato alla scoperta di straordinari esemplari di pero di antiche varietà in tutto il territorio regionale, così come segnalo che dalle nostre parti fu attivo il culto della “Madonna della Pera”.

I peri “patriarchi”

Sono stati documentati 20 grandi alberi di questo frutto (con molta probabilità sono di più Ndr), presenti in tutte le nove province, localizzati prevalentemente sulle nostre colline e montagne, dove minore è stata la pressione dello sfruttamento del territorio; solo due peri “patriarchi” si trovano in zone di pianura.
Appartengono tutti a varietà non più coltivate, se non a scopo amatoriale, in alcuni casi abbandonate, che si trovano in zone marginali alle coltivazioni, oppure adiacenti ad edifici rurali o religiosi, oppure all’interno di giardini privati, a volte isolati tra campi coltivati o prati.
Questi alberi, oltre alle dimensioni eccezionali, alla rarità botanica, al valore paesaggistico, storico testimoniale, religioso e della tradizione, sono portatori di un elevato valore culturale essendo testimonianze vive, dirette, della cultura agricola del passato, di un’eredità culturale contadina secolare che si sta perdendo insieme alla variabilità genetica delle coltivazioni.

Quelli censiti hanno dimensioni ed età ragguardevoli (quasi tutti plurisecolari) se rapportati alle attitudini di crescita e alla longevità delle piante da frutto, che normalmente non sono né grandi né longeve. Alcuni arrivano a 20 metri di altezza e di dimensioni di circonferenza del tronco superiore ai due metri, a volte addirittura ai 3. Ne è un esempio il pero di San Paolo, che si trova nel territorio di Santa Sofia che con i suoi 4 metri di circonferenza è tra i più grossi peri d’Italia per le dimensioni del tronco.
Nel saggio “La pera nell’immaginario storico-letterario e nella tradizione gastronomica” di Rosella Ghedini, contenuto nel volume “”Antiche pere dell’Emilia-Romagna” a cura di Silviero Sansavini e Vincenzo Ancarani, edito dall’Istituto per i Beni Culturali e Naturali di Bologna, l’autrice scrive che “Il frutto della pera ritorna frequentemente nella mitologia arcaica. Nell’antico Egitto l’albero era considerato sacro ad Iside, dea della fertilità, della magia e protettrice della famiglia. Per gli antichi Greci era consacrato alla luna e alla dea Era, sposa di Zeus e regina dell’Olimpo; la sua statua a Micene era scolpita nel legno di pero; era sacro anche per Atena, dea della sapienza, della città e della guerra; così come per Afrodite, che nel suo santuario di Tebe veniva chiamata Onca, nome prellenico del pero. La forma della pera evoca il ventre femminile; da sempre ha rappresentato antropologicamente il corpo della donna poichè ne sottolinea le curve; è così diventato simbolo erotico e di fecondità. L’abbinamento del pero al mondo femminile ha resistito a lungo nella tradizione popolare, fino a non molto tempo fa, per esempio, nel cantone svizzero di Argovia quando nasceva un bambino veniva piantato un melo se era maschio oppure un pero se si trattava di una femmina. Nella simbologia cristiana il pero viene posto in relazione all’amore di Cristo per l’umanità. Nella cultura cinese, dove il colore bianco è associato al lutto, il candore dei fiori del pero simboleggia il profondo dolore causato dalla morte di una persona cara; la fragilità e la frugalità dei suoi fiori rappresentano la natura effimera dell’esistenza“.

La pera nella tradizione popolare

Nella tradizione popolare il frutto del pero è citato in detti e proverbi, distillati di saggezza popolare che derivano dall’esperienza quotidiana, per rappresentare situazioni sociali consolidate e difficoltà del vivere quotidiano e per descrivere metaforicamente furbizie e strategie per la sopravvivenza. Alcuni motti ispirati alla pera sono esempi di saggezza popolare, come: “Cvânt che la përa la j è fata la ches-ca da par sé” (Quando la pera è matura cade da sola); un invito alla pazienza in quanto le cose accadono da sole al momento opportuno. Oppure “Una përa gvasta la n’ amêla zènt dal s-cèti” (Una pera guasta infesta 100 pere sane), per ricordare con quanta facilità si diffondono il vizio e la corruzione; o anche “Caschê cóma una përa còta” (Cadere come una pera cotta), che può significare l’abbandonarsi per la grande stanchezza, oppure l’innamorarsi perdutamente o cadere con facilità in un inganno.

Il culto della “Madonna della Pera”

Nel fondamentale volume già citato, in un altro saggio molto interessante a firma di Elisabetta Landi, si prende in considerazione il tema “Pomi dell’oro. Le ‘antiche pere’ nelle arti figurative, nel mito e nella simbologia religiosa in Emilia-Romagna. Momenti e aspetti”. L’autrice ricorda, fra l’altro, che nel ciclo scultoreo della “Porta dei mesi” della Cattedrale di Ferrara in uno dei portali è scolpito un pero con un fanciullo intento a raccogliere un frutto [allo stesso scultore, il Maestro dei Mesi di Ferrara, è stata attribuita dallo studioso Cesare Gnudi (1910 — 1981) la realizzazione della lunetta “Adorazione dei Magi” dell’Abbazia di San Mercuriale di Forlì ndr]. Mentre per la presenza di diverse opere presenti in Romagna, in genere affreschi o pale d’altare, dove compare la Madonna che porge al Bambino una pera si può presupporre la nascita dalle nostre parti, in particolare a Cesena, di un vero e proprio culto; oggi è difficile capire come sia nato e qual’è stata la sua evoluzione. Ma andiamo con ordine.

Annota Elisabetta Landi che se sfugge la ragione materiale della fortuna “cesenate” di quel pomo, su cui si possono formulare solo ipotesi, si conosce per certo il prototipo figurativo della devozione. “Si risale al XIV secolo, per l’esattezza al 1347, anno della tavola firmata, e datata, da Paolo Veneziano. Oggi il dipinto è custodito al Vescovado di Cesena ma una volta si trovava in una chiesa importante – con ogni probabilità San Francesco – ed era parte di un polittico eseguito per una committenza prestigiosa. Da qui, in tempi relativamente recenti, fu trasportato lungo il pendio collinare che guarda verso il mare, e collocato sull’altare dell’Immacolata Concezione di Carpineta. È da quest’opera sontuosa, modello autorevole e un capolavoro del maestro, che discende il culto della “Madonna della Pera” celebrato con una decina di esemplari, non pochi, prodotti in un ambito territoriale alquanto circoscritto e in un momento di stile ben preciso, compreso tra il tardogotico e il primo rinascimento“.

La studiosa ricorda a questo punto dove sono presenti le altre opere, dipinti o affreschi: “Nella Pinacoteca Comunale di Cesena è conservata una tavola del primo quarto del ‘400 attribuita ad artisti diversi: a Bitino da Faenza che avviò in regione un gotico raffinato, al Maestro di Ceneda, autore di preziosità venete tra Jacobello e Giambono, a un artista anonimo romagnolo e, per le affinità con la Vergine col Bambino del Museo Nazionale dell’Aquila, al Maestro di Cellino Attanasio, un collaboratore di Jacobello aggiornato sull’arte lagunare ma in grado di innestare, sul suo linguaggio, accenti di matrice emiliana. Di un trentennio più tardo è poi, sempre nella raccolta cesenate, l’affresco “Madonna della Pera”, proveniente da San Francesco; si trovava in origine su un parete del convento, all’interno di una composizione più ampia eseguita dal Maestro di Castrocaro: un pittore interessante, al corrente di un rinascimento acerbo (ma aggiornato sullo stile internazionale) che si scorge nella purezza del volto di Maria. Proprio a Castrocaro è offerta una testimonianza importante di questa iconografia nell’affresco con la “Sacra conversazione” della chiesina di San Nicolò; qui, nei ritmi eleganti e negli atti di “affettuoso colloquio”, come ha avuto modo di descrivere lo storico dell’arte forlivese Giordano Viroli, in uso presso la società cortese, la Vergine porge il pomo al Bambino, e dialoga con Sant’Antonio Abate e con San Giovanni Battista sul tema, si presume, dell’amore per l’umanità richiamato dalla presenza allegorica della pera“.

Nel Cinquecento, nei primi decenni successivi al volgere del nuovo secolo – prosegue la studiosa – altre opere documentano la continuità della devozione in Romagna. A Forlì, ai Musei San Domenico, una tavola attribuita a Giovan Battista Utili, o Bertucci il Vecchio, e a Faenza, in Sant’Agostino, una pala di Sebastiano Scaletti. Sono testimonianze di fede, e prove significative di un culto radicato, collegato ai pomi e depositato nell’immaginario ancestrale ma che sarebbe opportuno approfondire, oggi, con un confronto incrociato tra la letteratura, la fede e la simbologia del frutto rapportata alle tradizioni votive del nostro territorio; senza dimenticare la frutticoltura“.

Nelle opere sopra indicate il frutto è raffigurato in maniera sommaria: sono pomi minuscoli, probabilmente come scrive Elisabetta Landi: “Si tratta delle moscatelle, un gruppo di varietà antiche. In termini di alimentazione valgono le considerazioni della storiografia sull’essenzialità della pera, facile a conservarsi nei mesi invernali e perciò popolare fin dal medioevo, come si vede nel bassorilievo duecentesco del duomo di Ferrara. Tuttavia, a differenza della città estense, a Cesena non ne risulta una diffusione particolarmente intensa, o paragonabile, ad esempio, a quella della coltivazione del fico. Si può pensare, forse, a un “cultivar” presso una comunità religiosa, in un possedimento locale o perché no, come propone Anna Tambini (storica dell’arte Ndr), nell’orto di Violante, moglie di Malatesta Novello, ceduto nel 1459 agli Osservanti per la costruzione del convento. Dove, forse, sfilavano gli alberi di pero, nei giardini di corte, coesistevano piante a frutti eduli e varietà vegetali decorative“.

Le due piante di Pero Volpino in località Pianta, frazione di Forlì

Da una segnalazione dell’amico Enzo Donati, ho potuto accertare che in località Pianta, quando la via Bengasi si incrocia con la strada vicinale vicolo Umiltà, vi sono alcune abitazioni che nelle loro aree di pertinenza vedono la presenza di diverse piante di grande interesse, come una farnia piantata nel 1963, una rovere di 7 anni più vecchia, due tassi di 70 anni di età e un pioppo probabilmente coevo. Fra quelle da frutto spiccano un sorbo di 50 anni, un pero William e due peri Volpini che hanno 100 anni di vita. Queste ultime due piante per le dimensioni e per l’età (vedere foto scattata da Giulio Sagradini), sono fra quelle rare rimaste nel nostro territorio, mentre un tempo era una specie diffusa.

Siccome la pera Volpina, come il corbezzolo e le giuggiole, appartiene ai cosiddetti frutti dimenticati, tanto cari al poeta e scrittore Tonino Guerra che in più occasioni chiese che si iniziasse a coltivarla nuovamente. Così come hanno fatto nel loro terreno Graziella Valentini e Marino Monti, storici animatori di sodalizi culturali forlivesi che si dedicano alla salvaguardia delle tradizioni e del dialetto (Marino è anche un apprezzato poeta), e nel contempo continuano a custodire una pero Volpino di oltre 70 anni.

Il pero Volpino in Romagna

L’origine della pianta non è nota, ma nel passato ebbe una elevata diffusione in Romagna, dove spesso veniva impiegata come tutore vivo nell’allestimento delle “piantate”, i filari promiscui di vite. In Emilia sono stati sporadicamente segnalati alberi con frutti simili, ma chiamati con nomi differenti. È una pianta molto rustica, robusta e produttiva che si adatta facilmente ai vari tipi di terreno, preferendo quelli profondi, freschi, fertili, riuscendo però a sopravvivere e a sviluppare anche sui terreni aridi. Attualmente la troviamo in vicinanza di vecchie case di campagna, in mezzo a vecchi vigneti e, in alcuni casi, ancora in mezzo ai boschi, oggi abbandonati, dove un tempo il terreno risultava coltivato.

Anche nelle colline di Casola Valsenio, di Brisighella, dove annualmente nel mese di novembre si svolge la sagra dedicata alla pera volpina (questa saltata per colpa del diffondersi del virus Covid 19), e di Riolo Terme, sono state trovate piante di oltre 60 anni di età e questo dimostra la longevità della specie.
Il frutto è di forma rotonda, la buccia è rugosa e color ruggine, al suo interno la polpa è dura, croccante e granulosa. I frutti sono piccoli, tanto che il peso medio può oscillare tra i 40 e gli 80 grammi a seconda del carico produttivo e dell’ambiente di coltivazione. Fiorisce dalla II alla III decade di aprile. La produttività è elevata, allega bene e fruttifica prevalentemente su lamburde [la lamburda è un organo tipico delle pomacee, la cui gemma apicale è capace di produrre solo incrementi vegetativi di pochi millimetri. In sostanza si tratta di particolari tipi di rami o branchette, chiamati brachiblasti, che possono terminare con una gemma a legno (lamburda vegetativa) o con una mista (lamburde fiorifere) Ndr]. È una pianta molto rustica, poco sensibile alle principali avversità.
I frutti, che si raccolgono verso la fine di ottobre, sono poco attraenti; la buccia è quasi
completamente rugginosa e la polpa è durissima, granulosa, poco succosa e non molto
aromatica, tanto che è utilizzabile solo previa cottura, meglio se nel Sangiovese piuttosto che in acqua, o sotto forma di confettura, gustosa e aromatica, che si abbina perfettamente con il formaggio, mentre le varietà Broccolina e Volpona sono mangiabili anche allo stato fresco.

La tradizione vuole che venga utilizzata come ingrediente per un’altra specialità tipica romagnola: il “savor”. Si tratta di una confettura contadina originariamente preparata dopo la vendemmia, facendo bollire il mosto insieme ai frutti autunnali, come appunto le pere, le mele, oltre a frutta secca, canditi e ortaggi come la zucca. Il savor è l’accompagnamento ideale di bolliti, arrosti e carne rossa in generale o della polenta, ma nulla vieta che lo si gusti anche da solo.
L’elevato contenuto di fibra rende la pera Volpina particolarmente adatta ai regimi dietetici dimagranti non solo per il ridotto apporto di calorie; la fibra non solubile assorbe parte degli zuccheri ingeriti con altre sostanze, aiutando a ridurne l’assimilazione.

La pera in cucina

Non è possibile in questa sede prendere in considerazione in modo esauriente il tema dell’utilizzo in Italia della pera in ambito culinario. È sufficiente dire che la variabilità e la genialità delle tante preparazioni possibili con le pere permette di spaziare e di ricercare nella gastronomia sia tradizionale sia moderna tante soluzioni culinarie. Però alcuni titoli di piatti vanno evidenziati riprendendo lo studio di Rosella Ghedini, come gli antipasti: pere alla crema di formaggio, bruschetta con brie, speck e pere, o i primi: risotto alle pere e wodka, quiche alla pera. Più variegato l’uso per i secondi: carpaccio di maiale con pere e formaggio grana, galletto ruspante con marsala e pere mora, sformato di pecorino con purea di pere volpine e senape, spinaci alle pere (gli ultimi due piatti sono vegetariani); oppure nelle insalate: insalata fantasia, insalata di pere e cetrioli. Fra le salse e i contorni si segnalano le piccole pere sott’aceto e la mostarda mantovana, mentre per i dolci si va dalla torta di pere al semifreddo alle pere, dalle pere William con fragoloni spolverati di cacao amaro alle pere Broccolina all’Alkermes. Tra i liquori e le bevande il Perolo, la bevanda di pero e la grappa alla pera, mentre per il settore marmellate e frutta sciroppata si ricordano la marmellata di pere, la pera Volpina da conserva per l’inverno e il Savurètt da preparare secondo il disciplinare del Consorzio di valorizzazione dei prodotti dell’Appennino reggiano.

Gabriele Zelli

Articolo di Gabriele Zelli.



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mercoledì 11 novembre 2020

Sempre aperto il museo sulle rive del Bidente

“Annus horribilis”, questo 2020 per il mondo, per il nostro paese, per gran parte dei settori produttivi. E per la cultura. Ci eravamo appena riabituati infatti al “lusso” di frequentare teatri, musei, cinema, chiusi durante il “confinamento” primaverile, e ora ci ritroviamo un’altra volta “espulsi” da luoghi che, per molti, costituiscono un pezzo importante di vita senza poi contare un danno economico per gli operatori, che si configura drammatico.

Ma c’è un museo che è ancora visitabile, perché il percorso fra le opere d’arte si snoda completamente all’aperto e in una cornice naturale quasi montana, ormai all’interno anzi delle Foreste Casentinesi. Si tratta del Parco fluviale di sculture sulle rive del Bidente a Santa Sofia: l’Amministrazione comunale e Romagna Acque – Società delle Fonti lo istituirono nel 1993 per portare a “dialogare” con la natura le opere di artisti come Mauro Staccioli, Hideyoshi Nagasawa, Francesco Somaini. E da poche settimane, grazie anche all’opera del grande critico e storico dell’arte Renato Barilli, agli altri protagonisti dell’arte contemporanea si è aggiunto un maestro come Arnaldo Pomodoro, con “Cono tronco” che la Fondazione Pomodoro ha concesso in comodato d’uso al Comune di Santa Sofia per 5 anni, che presumibilmente saranno poi rinnovati. “Cono tronco” è il gemello di un’analoga scultura collocata nel 1972 nella Binghamton Government Central Plaza di Binghamton, vicino a New York. L’opera «gioca fra la lucentezza della lama triangolare e il tronco di cono in bronzo che la sostiene – commenta Caterina Mambrini, direttrice della Galleria “Vero Stoppioni – in una interazione con i colori e i riflessi della natura circostante che costituisce del resto il primo dei criteri per la scelta delle sculture presenti nel Parco fluviale».

Collocazione fortemente significativa ed efficace, quindi, e a questo proposito ricordiamo le parole dette da Massimo Sassi, della Fondazione Pomodoro, all’atto della presentazione ufficiale del nuovo acquisto da parte del Comune di Santa Sofia. Sassi, strettissimo collaboratore del maestro che ha raggiunto ormai la venerabile età di 94 anni, si è fatto portatore infatti di questo messaggio dell’artista nativo di Morciano di Romagna: «L’opera trasforma il luogo in cui viene posta, assumendo valenza testimoniale rispetto al proprio tempo e arricchendo il tempo stesso con stratificazioni di memoria. Per questo voglio che le mie opere stiano tra la gente: perché l’arte sia patrimonio di tutti, e la fruizione di essa sia libera e collettiva, aperta alle interpretazioni di ognuno».



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martedì 10 novembre 2020

Emergenza covid a Santa Sofia, il sindaco annuncia la stretta anti-assembramenti

Emergenza covid a Santa Sofia, il sindaco annuncia la stretta anti-assembramenti

Martedì mattina si è riunito a Santa Sofia il Centro Operativo Comunale per fare il punto sulla situazione epidemiologica da Covid-19. Oltre al sindaco Daniele Valbonesi ha partecipato alla riunione la giunta comunale, gli agenti della...

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lunedì 9 novembre 2020

Più di cento contagiati in più in 24 ore nel Forlivese, nel Cesenate muore un uomo di 53 anni

Più di cento contagiati in più in 24 ore nel Forlivese, nel Cesenate muore un uomo di 53 anni

Supera quota 100 il numero dei contagiati da covid-19 nel Forlivese. Sono 109 i nuovi positivi, dato che comprende anche il focolaio della casa di riposo Vincenzo De Paoli di Santa Sofia annunciato domenica dal sindaco Daniele Valbonesi. Dei...

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domenica 8 novembre 2020

Santa Sofia, si allarga il focolaio alla casa di riposo: la struttura diventa "polo covid"

Santa Sofia, si allarga il focolaio alla casa di riposo: la struttura diventa "polo covid"

Si estende il focolaio covid alla casa di riposo San Vincenzo De Paoli di Santa Sofia. Sono infatti 21 i nuovi infettati e il sindaco Daniele Valbonesi, nella consueta diretta Facebook serale, non esita a definirla "una tragedia" la...

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sabato 7 novembre 2020

Coronavirus, sindaco ed infermiera: Elisa Deo impegnata nei tamponi a Santa Sofia

Coronavirus, sindaco ed infermiera: Elisa Deo impegnata nei tamponi a Santa Sofia

Lo scorso aprile aveva subito accettato l'incarico che le era stato offerto dall'Ausl Romagna, tornando ad indossare il camice da infermiera all'ospedale Nefetti di Santa Sofia. Il sindaco di Galeata e presidente dell’assemblea...

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venerdì 6 novembre 2020

Santa Sofia, altri due contagi alla casa di riposo: sopralluogo dell'Ausl

Santa Sofia, altri due contagi alla casa di riposo: sopralluogo dell'Ausl

Cresce il numero dei contagiati alla casa di riposo San Vincenzo De Paoli di Santa Sofia. Alla positività comunicata giovedì si aggiungono altri due infettati. Il numero di coloro che hanno contratto il covid-19 nel territorio comunale...

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A Santa Sofia si celebra il Giorno dell'Unità Nazionale e delle forze armate

A Santa Sofia si celebra il Giorno dell'Unità Nazionale e delle forze armate

 Domenica a Santa Sofia si terranno le celebrazioni in onore del Giorno dell'Unità Nazionale e delle forze armate, in memoria del 4 novembre. In questa data, infatti, l'Italia ricorda l'Armistizio di Villa Giusti - entrato in...

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giovedì 5 novembre 2020

Santa Sofia, un positivo alla casa di riposo: tampone per ospiti e operatori

Santa Sofia, un positivo alla casa di riposo: tampone per ospiti e operatori

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Coronavirus 5 novembre: 107 nuovi casi a Forlì-Cesena

Sono 107 i nuovi contagi da Coronavirus nella nostra provincia: 53 a Forlì, 54 a Cesena. Questi i dati accertati alle ore 12,00 di oggi. L’Igiene Pubblica di Forlì, invece, ha individuato un nuovo caso Covid a scuola: un alunno di una scuola primaria di Santa Sofia. In Emilia-Romagna si sono registrati 2.180 nuovi casi in più rispetto a ieri su un totale di 20.332 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è oggi del 10,7%.

Dei nuovi contagiati, sono 1.156 gli asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: complessivamente, tra i nuovi positivi 314 persone erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 437 sono state individuate nell’ambito di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 44,3 anni.
Su 1.156 asintomatici, 446 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 65 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 8 per screening sierologico, 18 con i test pre-ricovero. Per 619 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 599 nuovi casi, Modena con 332, poi Reggio Emilia (262), Ravenna (225), Piacenza (186), Rimini (151), Parma (140), Ferrara (120), Imola (58), Cesena (54) e Forlì (53). I tamponi effettuati sono stati 20.332, per un totale di 1.674.462. A questi si aggiungono anche 3.092 test sierologici.
I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 31.976 (2.005 in più di ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 30.211(+1.955 rispetto a ieri), quasi la totalità (97,5 %) dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 13 nuovi decessi: quattro in provincia di Ferrara (tutte donne, rispettivamente di 98, 93, e due di 90 anni), tre in provincia di Reggio Emilia (tutti uomini di 94, 89, 79 anni), tre in provincia di Modena (tutti uomini di 92, 88 e 79 anni), uno in provincia di Parma (una donna di 95), uno a Bologna (una donna di 71 anni), uno a Piacenza (un uomo di 96 anni). Non si registrano decessi nelle province di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini. Dall’inizio dell’epidemia i decessi in Emilia-Romagna sono complessivamente 4.712. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 177 (+16 rispetto a ieri), 1.588 quelli in altri reparti Covid (+34).

Sul territorio, le persone ricoverate in terapia intensiva sono così distribuite: 9 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 17 a Parma (numero stabile rispetto a ieri), 14 a Reggio Emilia (+2 rispetto a ieri), 33 a Modena (+4), 63 a Bologna (+5), 4 a Imola (invariato rispetto a ieri), 9 a Ferrara (+ 1 da ieri), 8 a Ravenna (+1), 3 a Forlì (invariato rispetto a ieri), 2 a Cesena (+1) e 15 a Rimini (+1 rispetto a ieri). Le persone complessivamente guarite 28.403 salgono a (+162 rispetto a ieri).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella i cui è stata fatta la diagnosi: 7.746 a Piacenza (+186 rispetto a ieri di cui 77 sintomatici), 6.337 a Parma (+140 di cui 97 sintomatici),10.049 a Reggio Emilia (+262 di cui 153 sintomatici),10.170 a Modena (+332 di 151 cui sintomatici), 12.774 a Bologna (+599 di cui 241 sintomatici), 1.247 casi a Imola (+58 di cui 22 sintomatici), 3.095 a Ferrara (+120 di cui 15 sintomatici), 3.696 a Ravenna (+225 di cui 114 sintomatici), 2.696 a Forlì (+53 di cui 36 sintomatici), 2.056 a Cesena (+54 di cui 39 sintomatici) e 5.225 a Rimini (+151 di cui 79 sintomatici).

Articolo di Staff 4live.



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